galatina
Galatina è un piccolo centro della Pianura Salentina, che nacque ufficialmente verso il XII secolo, e rappresentò un centro politico importante. L'area era abitata fin dai tempi pi remoti, tanto che il Tacco d'Italia fu interessato dall'antropizzazione già dal Paleolitico. Ne sono testimonianza molte grotte con pitture rupestri. Nella zona poi, si insediarono prima i Messapi, popolazione probabilmente proveniente dai Balcani, e poi i coloni Greci, che importarono le loro uve in tutto il sud Italia. Sembra poi che l'abitato originale fosse luogo di sosta di San Paolo durante il viaggio che lo portò nella penisola. Nel Medioevo, dopo la nascita ufficiale nel 1178, Galatina fece prima parte della Contea di Soleno, per poi ospitare il Duca di Galatina, che qui stabilì il palazzo ducale. Il Ducato aveva dei privilegi dal punto di vista fiscale, per poi perdere i privilegi e il Ducato stesso.
L'area ha sempre coltivato la vite, grazie al suo territorio di origine carsica, molto fertile. La zona è interessata, come quella delle zone limitrofe, dalle terre rosse stratificate. Nonostante la superficie sembri arida e secca, come in tutta la regione di origine carsica, vi sono moltissimi fiumi sotterranei, alimentati dalle piogge che si infiltrano nel sottosuolo attraverso i tantissimi inghiottitoi, chiamati in Salentino capoventi o vore, che servono a fornire all'agricoltura il giusto apporto idrico.
La formazione di questa struttura geologica, è quella classica della nostra penisola. La grande presenza di calcare, così favorevole alle uve, è dovuta all'emersione del fondale marino di un antico oceano, dopo lo scontro delle placche teutoniche. Qui, numerosi animali preistorici dotati di conchiglia, sedimentarono il fondale, creando un basamento carbonatico nell'era del Cretaceo, su cui poi si sedimentarono a loro volta, durante il Terziario e il Quaternario, i sedimenti poi emersi nel Mesozoico. Il mix che ne è risultato dunque, vede una presenza di argille e sabbie del Pleistocene, sedimenti calcarenitici e calcareniti mioceniche. I fossili animali sono dei ricchi fertilizzanti per l'agricoltura, e regalano ai prodotti della terra, quei sapori e quei profumi che solo l'Italia. Unito al clima favorevole del sud della nostra penisola, questa struttura riesce a far maturare le uve e gli altri prodotti come in nessun altro posto al mondo. Oggi. I vini di Galatina sono difesi dalla denominazione di origine, per una buona produzione che sta lentamente crescendo.
Il vino a denominazione di Galatina sfrutta principalmente il grande autoctono locale, il Negroamaro. Vi sono poi altri vitigni, coltivati in zona, che possono essere usati per tagliare il vino, come la Malvasia locale e il Primitivo.
Del Negro Amaro non sappiamo con certezza le origini, anche se si può supporre che sia stato tra i vitigni portati dai coloni greci. Le sue tracce antiche si sono ormai perse, anche perché il suo nome è un'evoluzione del dialetto salentino, per il nome “niuru maru”, descrittivo delle uve, che sono molto nere e amarognole.
È un vitigno prettamente pugliese, e salentino in particolare, e qui si contano ben 32mila ettari coltivati. Come detto, il grappolo ha un colore nero profondo, con sfumature viola e molta pruina sugli acini. Il Negro Amaro deve il suo successo sia alla qualità, che alle quantità che riesce ad esprimere sul suolo calcareo salentino. Inoltre ama l'argilla, pur non avendo problemi su altri tipi di suolo, e sopporta benissimo sia la siccità che il caldo. In Puglia può essere allevato sia a tendone che a alberello, per proteggerlo dal sole. Gli unici problemi che il Negro Amaro può incontrare sono verso la tignola e la muffa nobile. Ma resiste bene a quasi tutte le altre malattie e ad eventuali brine mattutine e notturne, grazie alla grande quantità di pruina.
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I vini di Galatina beneficiano della denominazione di origine controllata dal 4 aprile 1997. Dai vigneti della zona si vinificano rossi, rosati e bianchi, sa fermi che frizzanti. Sono otto i comuni che possono vinificare sotto la Doc, ovvero Galatina, Aradeo, Neviano, Cutrofiano, Secli, Sogliano, Cavour e Collepasso, ma le aziende possono vinificare anche nelle tre province meridionali della regione, quelle proprie del Tacco, se hanno iniziato a farlo almeno nei cinque anni precedenti alla legge di istituzione del disciplinare, fermo restando che le uve devono comunque essere coltivate negli otto comuni.
Per il Galatina Doc si può produrre sotto le etichette di Rosso, il Rosso Novello e come mono-vitigno Negro Amaro e Negro Amaro Riserva. In queste ultime due menzioni, il vitigno deve avere una quota nel vino, non inferiore all'85%.
Il Rosso classico può essere invecchiato, per assumere colori mattone. Si tratta di vini aromatici, alcolici e secchi, ma comunque soffici per essere bevuti con le carni di agnello e coniglio, oppure affettati e primi al sugo. Provate il Rosso di Valle dell'Asso, tagliato con il Primitivo al 30% per un vino con profumi di liquirizia, tostato. Perfetto con le scaloppe d'agnello.
Il mono-vitigno Negroamaro è ancora più intenso, con profumi boschivi e fruttati, finiti dalle spezie. Sono ottimi con il capretto e i primi al forno. Invecchia due anni , e in parte nel legno. Potrete provare il Furfante di Podere Belmantello, che regala freschezza e equilibrio. vinifica il Furfane Negroamaro ben equilibrato, fresco e di buona persistenza.
Per il Novello i profumi sono quelli della frutta fresca, per il pollo, i risotti e le minestre di legumi.
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