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L'area vitivinicola

Il Lamezia rosso viene prodotto nella pianura ubicata in provincia di Catanzaro conosciuta come la Piana di Sant'Eufemia, un territorio particolare con una curiosità: è la parte più stretta d'Italia. Infatti dalla costa ionica a quella tirrenica ci sono solo una trentina di chilometri, in questa che viene chiamata la Stretta di Sant'Eufemia. La Piana però si trova sulla parte tirrenica, e rappresenta per superficie la terza pianura della regione. La sua origine si deve alle alluvioni che hanno portato materiali dalla cime delle colline, dando vita alla caratteristica forma ad anfiteatro che si crea con l'arrivo a valle dei torrenti in piena. Se si guarda alla geologia del territorio, sempre interessante per comprendere il suo impatto sui vigneti e i risultati nel vino, abbiamo una interposizione tra massicci igneo-metamorfici. Si tratta di rocce la cui origine si deve al raffreddamento nelle profondità della terra di magma. Un raffreddamento lento, costante, ad alte pressioni, che dà origine anche ai graniti.

Le alte temperature e pressioni hanno un effetto molto incisivo, modificando le strutture interne e a livello atomico del magma per arrivare a rocce durissime e nutrienti per i vegetali, sciolte spesso dalle acque piovane per erosione nel corso di migliaia di anni.

Nella sua morfologia la Piana si presenta con diverse zone in cui si distingue quella costiera con prevalenza di depositi alluvionali dovuti al fiume Amato. La coltivazione qui si è notevolmente estesa a partire dal 1936, quando le bonifiche sottrassero alle secolari paludi molte terre oggi agricole, da destinare a numerosi tipo di allevamento.

Dal punto di vista climatico l'area ha tutte le caratteristiche del Mediterraneo meridionale, con basse escursioni termiche nel susseguirsi delle stagioni anche se qualche collina soffre di clima continentale, arrivando però raramente a temperature inferiori allo zero durante l'inverno. Questo abbassamento delle temperature è dovuto a correnti di aria fredda che possono arrivare dai Balcani settentrionali in alcuni periodi dell'anno. In estate invece le temperature possono arrivare facilmente ai 40°C ed oltre quando a spirare sono i venti africani.

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Le uve

Nel Lamezia vengono impiegate le uve degli autoctoni Nerello Mascale e il Nerello Cappuccio, con la partecipazione del Gaglioppo Nero, del Magliocco Nero, del Greco Nero e del Marsigliana Nero, ma mai contemporaneamente. Il Nerello è un'uva dalle rese molto alte e l'ottima qualità, in grado di apportare molto alcol nei vini nonostante basse concentrazioni di elementi aromatici. Per questo viene molto spesso tagliata con altre varietà, ed eccezione di quando è coltivata in terre a forte vocazione vulcanica. Il Nerello Mascalese è tra i due il più coltivato, con i suoi acini rosso chiaro che maturano tardi tanto che le vendemmie vengono svolte solo a partire dalla seconda metà di ottobre. Le varie zone di produzione si distinguono anche per l'invecchiamento raggiungibile dei vari vini.


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Il Lamezia DOC

La denominazione di origine controllata Lamezia nasce il 2 maggio 1995 con un decreto ministeriale e autorizza la vinificazione sotto questa menzione nei comuni di Curinga, Falerna, Feroleto Antico, Gizzeria, Francavilla, Angitola, Maida, Pianopoli, Lamezia Terme e San Pietro a Maida tutti in provincia di Catanzaro.

Il vino si produce con un assemblaggio di Nerello Mascale e Nerello Cappuccio, sia soli che insieme, la cui presenza deve essere dal 30 al 50%. Gli altri vitigni che partecipano alla vinificazione, il Gaglioppo Nero e il Magliocco Nero devono essere presenti dal 25 al 35%, soli o insieme, e il Greco Nero e la Marsigliana Nera, sempre soli o insieme, sempre dal 25 al 35%. Un altro 20% potrebbe essere riservato anche ad altre uve regionali autorizzate.

Il disciplinare prevede che le rese delle uve siano fermate a 11 tonnellate per ettaro, e una volta trasformate in vino la gradazione alcolica minima deve essere almeno di 11,00% vol.

Per la commercializzazione il Lamezia rosso deve attendere almeno tre anni, di cui sei mesi vanno riservati all'affinamento in botte. L'affinamento in bottiglia deve comunque partire dal 1° dicembre dell’anno di produzione se vuole essere destinato alla menzione Riserva. È prevista anche la menzione Novello per i vini nuovi.

I vini si colorano di cerasuolo, anche intenso, ma arrivano al rubino nell’invecchiamento. L'impianto olfattivo risulta delicato e leggermente fruttato. Gli abbinamenti sono con il pollame, la pasta al sugo e le minestre di legumi. Ottimo anche con i formaggi semiduri.


lamezia: I produttori

La famiglia Lento produce il Lamezia Rosso Riserva vestito di rubino, con con un naso alla confetture di amarena, e poi fiori. Il palato si fregia di un leggero tannino e risulta morbido. Perfetto per il pollo alla cacciatora.

Poi il Rosso Dragone di lento, che profuma di frutti rossi, ha tocchi balsamici e aromi finali di vaniglia. La bocca è fresca e tannica, da associare alla pasta e broccoli.

Un'altra buona azienda è Statti, che produce il Lamezia Rosso dal Nerello Cappuccio, dal Greco Nero e dal Gaglioppo. Buono, intenso e anche economico, con profumi vegetali e fiori, finiti dalla frutta rossa. Ottimo per le lasagne ai funghi porcini.



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