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Il vitigno che viene impiegato per la produzione di questa denominazione è il Montepulciano, il Negramaro, il Bombino nero, il Sangiovese, ed il Pinot nero come vitigno secondario. Essi sono inoltre coadiuvati anche della Malvasia nera di Lecce e Brindisi. Il Bombino nero è un vitigno poco comune e viene utilizzato solo in Puglia nei tagli con il Negramaro, mentre il Pinot nero non è una scelta facile per questa zona, perché predilige un clima più freddo, ma una volta allevato può conferire al vino la giusta eleganza in piccola percentuale. Non può essere vinificato come unico vitigno in questa clima caldo, ma la sua presenza durante l'assemblaggio è gradita. Il Negramaro invece è il vitigno simbolo della Puglia insieme al Primitivo del Salento. Esso conferisce al vino colore, struttura e gradazione alcolica. Fornisce vini dai sentori di bosco e frutta matura dove si possono percepire sentori vegetali e minerali. Esso invecchia molto bene ed inoltre inizia ad essere apprezzato non solo a livello nazionale.
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Il 21 dicembre del 1988 venne istituita per decreto la Denominazione di Origine Controllata per la produzione non solo dei vino rossi , ma anche dei rosati e dei bianchi nei territori facente parte dei comuni di Lizzano e Fagiano. Le uve autorizzare sono il Negramaro presente nell'assemblaggio dal 60 all'80%, il Sangiovese, il Montepulciano, il Pinot nero ed il Bombino nero, sia da soli o congiuntamente per un massimo del 40%. Inoltre possono essere utilizzate i vitigni Malvasia nera di Brindisi o di Lecce per un massimo del 10%. Ogni ettaro deve rendere al massimo 14 tonnellate di uva, con una gradazione alcolica di almeno 11% vol ed 11,5% vol nel caso di vitigni monovarietali.
Le tipologie consentite dal disciplinare sono:1. Rosso2. Negramaro3. Malvasia nero4. NovelloPer quanto riguarda le coltivazioni monovarietali l'uvaggio presente nelle etichette deve essere almeno dell'85% nell'assemblaggio, a differenza del Novello che non può essere anteriore al 15 novembre dell'anno di produzione delle uve, e non posteriore al 30 marzo dell'anno seguente. IL Lizzano si mostra esteticamente con una colorazione rossa che varia dal rubino intenso al granato.All'olfatto invece è un vino gradevole e caratteristico, mentre il suo sapore armonico è asciutto al palato. Si presta bene per essere assaporato con carne al forno, con formaggi a pasta semi dura, primi piatti e carne bianca. Per quanto riguarda il Lizzano Malvasia Nera, il suo colore estetico è rosso intenso e l'odore è caratteristico come la sua aroma. Al palato risulta essere vellutato ed armonico, e si presta benissimo a tavola con carne di fegato e cervello, con formaggi piccanti e primi piatti saporiti. Nel novello invece la colorazione è variabile dal granato al rubino, mentre l'odore è gradevole, vinoso e caratteristico, dal sapore asciutto ma armonico. È ideale per essere assaporato insieme alla carne bianca, oppure con formaggi freschi e dalla pasta semi dura oppure con primi piatti leggeri e poco elaborati. Il rosso di Lizzano DOC viene immesso al consumo non prima del 15 novembre dell'anno di produzione e non posteriore al 30 del mese di marzo dell'anno successivo per essere denominato “giovane”. Attualmente le aziende che producono questo vino sono ancora a livello commerciale sconosciute, e necessiteranno di ancora del tempo per essere conosciute nel resto d'Italia. Tra le aziende le più conosciute sono la Cantina ed Oleificio di Lizzano che produce un ottimo Novello.
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