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Nella produzione di questa denominazione di origine controllata, il vitigno più utilizzato è l'autoctono Gaglioppo che qui si trova a suo agio con il clima e con il suolo. Il vino prodotto con questo vitigno è di grande qualità, e viene spesso tagliato con altri nobili vitigni come i due Cabernet o il Sangiovese, oppure anche il Merlot e il Barbera insieme ad altre uve rosse della zona.
Il Gaglioppo è un vitigno rosso originario della Calabria che si trova anche in Sicilia e in altre regioni del sud, la cui storia è probabilmente rintracciabile in quella della Magna Grecia, con la sua introduzione ad opera di questi coloni nel VIIIº secolo avanti Cristo. Addirittura le sue uve erano il premio di molti concorrenti dei giochi olimpici antichi. La sua diffusione, seppur non radicata come in Calabria, lo ha portato anche in Umbria, Abruzzo e Campania oltre che nella vicina provincia di Messina. Ha similitudini con il Frappato. I suoi grappoli sono medio-grandi, piramidali, compatti e alati. Gli acini sono tondi e medi, con tanta pruina sulla buccia mediamente spessa e quasi nera. Ha buone rese, regolari, resistenti a siccità e gelate anche se patisce oidio e peronospora. Viene potato corto. È il vitigno rosso più allevato della regione e trova una lenta ed ottima maturazione in condizioni di forti escursioni termiche. Con la siccità riesce ad aumentare notevolmente il contenuto di zuccheri. PADELLA ANTIADERENTE EFFETTO LEGNO CM.20 - ARBOREA Prezzo: in offerta su Amazon a: 17,9€ |
Il Cirò come DOC esiste dal 2 aprile 1969 e viene prodotto a Cirò e Cirò Marina e in alcune frazioni dei comuni di Melissa e Crucoli, a Torretta e Piana di Mazza, che appartengono al comune di Crucoli.
Si vinifica dal Gaglioppo per almeno l'80% mentre il restante 20% può essere completato dal Barbera, dai due Cabernet, dal Sangiovese e dal Merlot. Viene prodotto in varie versioni: Rosso, Classico, Classico Superiore, Classico Superiore Riserva, Superiore e Superiore Riserva, ma queste ultime possono essere vinificate solo a Cirò e Cirò Marina. Le uve devono rendere al massimo 11,5 tonnellate per ettaro e garantire il 12% vol.Prima di giugno il Cirò non può essere venduto e il Rosso Superiore e il Rosso Classico Superiore dopo due anni di invecchiamento diventano Riserva. Il Superiore può essere dichiarato quando la gradazione arriva a 13,5% vol.I vini del Cirò sono di colore rubino a sfumature violacee che diventano granato per il vino Riserva. Si abbinano con gli arrosti, con il capretto al forno e molti formaggi in particolare stagionati. Nella versione Riserva potete servirlo anche con la cacciagione e le grigliate. Il Cirò Classico va bene con i filetti e il cuore.Il Cirò è un vanto della Calabria e sono molti gli imprenditori che lo vinificano a dispetto delle ridotte dimensioni geografiche della denominazione. Si tratta di vini di alta qualità, spesso mescolati con il Greco Nero per ottenere vini dai profumi ai fiori secchi e alle spezie, equilibrati con grande potenza alcolica ma bocca setosa. Altri abbinamenti vanno con il cinghiale. Le interpretazioni migliori arrivano al bouquet, il profumo terziario classico dei grandi vini, con profumi che vanno dalla china al tabacco, spesso con fondi balsamici che sono una costante di questi vini. Perfetti per le grandi carni come i brasati, la selvaggina in umido, ma anche i formaggi stagionati.
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