montecarlo
La zona di produzione del Montecarlo DOC comprende l'omonimo comune e altri tre comuni limitrofi in provincia di Lucca, in una zona pianeggiante con qualche bassa collina, di circa 160 metri di altitudine, come quella dove sorge questa piccola cittadina di circa 5.000 abitanti.
Mentre il comune di Montecarlo si trova in collina, con vigneti alle pendici, gli altri comuni della denominazione, Porcari, Altopascio e Capannori, si trovano in una pianura in cui recentemente si è osservata una forte urbanizzazione. Dal punto di visto geomorfologico quindi ci si trova in un territorio con varie differenze al suo interno, con natura del suolo variabile. Mentre la pianura risulta arida, la collina si fa notare per la produzione di vini ed oli d'oliva eccellenti. Negli ultimi tre lustri l territorio è stato valorizzato dal punto di vista enologico, dopo un periodo di declino. L'origine delle coltivazioni in questa area è molto antica, testimoniata anche da documenti scritti risalenti al 846 d. C. Il Medioevo rappresentò un'ottima occasione per i vini della zona in quanto questa fu interessata da numerose opere agrarie e di bonifica, con disboscamenti che aumentarono la possibilità di coltivazione. Montecarlo invece nasce nel 1333 in seguito alla distruzione dell'antico borgo situato a qualche chilometro di distanza il cui nome latino,
Vivinaia, indicava chiaramente la
via del vino e quindi con buona approssimazione anche un antico crocevia di scambi commerciali riferiti sia a prodotti esterni che locali. Sicuramente la collina dove fu poi fondato il nuovo borgo era già interessata da intense coltivazioni di vite e olivo. La posizione geografica facilitava inoltre le spedizioni di vino non solo ai comuni limitrofi, ma anche ai porti della costa grazie al canale rappresentato dal lago di Bientina.
Probabilmente il primo protagonista della produzione di vini medioevali fu il Trebbiano, tanto che solo recentemente i vini rossi sono stati riconosciuti dagli addetti ai lavori. Anticamente infatti qui si abbinavano i vini bianchi con le carni rosse, con un discreto successo visto l'interesse del papato, e in particolare di Papa Gregorio XII che nel 1408 poté degustare il vino di Montecarlo in un pranzo durante la sua visita lucchese. Nel secolo scorso inizialmente il Montecarlo era ancora un vino bianco, ma poi, grazie a Giulio Magnani, vennero fatte numerose sperimentazioni in rosso, anche con l'assemblaggio con alcune uve francesi quali il Cabernet e il Merlot, per migliorare le qualità del Trebbiano. Oggi comunque ci troviamo di fronte ad un ottimo vino in rosso, con uve locali ben assemblate tra loro anche se taluni fanno ricorso anche a coltivazioni di uve di origine francese, anche se ormai completamente ambientate da decenni al Lucchese.
Il Montecarlo DOC fu istituito con il decreto ministeriale del 13 agosto 1969 per la produzione di vini solo bianchi con uve provenienti dai comuni di Montecarlo, Porcari, Altopascio e Capannori, tutti in provincia di Lucca. Poi nel 1985 anche la produzione di vini rossi venne finalmente inclusa nel disciplinare per sfruttare le uve locali del Sangiovese, con presenze nell'assemblaggio tra il 50 e il 75%, e Canaiolo Nero, con percentuali tra il 5 e il 15%. Possono essere parte dell'assemblaggio per un massimo del 15% anche le locali uve Ciliegiolo, Colorino e Malvasia Nera, oltre che alle importate Syrah, Cabernet Franc e Merlot.
Comunque vengono prodotti anche i monovitigno Cabernet Sauvignon, Syrah e Merlot, che hanno rese massime fissate addirittura a 7,5 tonnellate per ettaro, mentre per il rosso generico le rese massime sono stabilite a 10 tonnellate per ettaro.
Viene prodotto anche il Montecarlo Rosso Riserva, dal 1994, con l'obbligo di invecchiamento di due anni prima della commercializzazione. Anche in questo caso la resa massima è di 10 tonnellate per ettaro, così come per l'ultima tipologia prevista, il Montecarlo Vin Santo Occhio di Pernice.
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Un buon Montecarlo Rosso Doc viene prodotto da Fattoria del Buonamico con il 75% di Sangiovese, il 15% spartito tra Syrah e Merlot, e il 10% di Canaiolo. Si tratta di un vino da 10€ circa con un buon profumo di ciliegia matura e lampone. Il palato è dotato di un buon tannino astringente e un finale limpido. Viene maturato sia in acciaio che in grandi botti per un abbinamento perfetto con le melanzane alla parmigiana.
Anche la Fattoria del Tesi produce un buon Montecarlo Rosso con il 70% di Sangiovese e il restante 30% equamente ripartito tra Syrah, Merlot e Canaiolo. Qui il colore è un rubino luminoso, con bel naso stuzzicante alle visciole, al pepe rosa e alle more di gelso. Il palato è ben fruttato, pronto e bilanciato. Viene maturato solo in acciaio e si abbina con il pollo arrosto.
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