veganismo








Il Veganismo

Il veganismo è una forma pura di vegetarianesimo, idealizzata durante la seconda guerra mondiale in Inghilterra. Detto infatti, anche se raramente, vegetarianesimo puro, il veganesimo rigetta ogni prodotto che sia di derivazione animale, non soltanto a scopo nutrizionale, ma anche per altri scopi, come l'abbigliamento, la cosmesi e tutte quelle produzioni che coinvolgono anche in minima parte e anche senza soppressione di organismi viventi, tutto il regno animale.

Principalmente, come avviene del resto nei vegetariani, essere vegani significa innanzitutto proporre una nuova filosofia nei propri stili di vita a protezione di se stessi, del regno animale, e dell'ambiente. La sofferenza degli animali è considerata nefasta, non etica e ingiusta anche nel solo allevamento, che vede gli animali costretti a vivere per fornire nutrizione all'uomo. Altrimenti detti Vegetaliani, i vegani hanno quindi scelto di eliminare non solo il cibo da derivati animali come il miele, i latticini e le uova, ma anche derivati come la seta, la lana o il cuoio, o i cosmetici testati o con prodotti animali. Questo in nome dell'amore per la vita, in ogni sua manifestazione, con gli animali assunti allo stesso rango della specie umana. Tutto questo viene, a seconda dei vegani, aiutato non solo da una nuova coscienza civile, ma anche da una società evoluta che oramai potrebbe fare a meno dello sfruttamento animale. L'agricoltura moderna ha infatti oramai acquisito le conoscenze per poter produrre a sufficienza per tutta la popolazione. Basti pensare che dall'alba dell'agricoltura fino all'Ottocento circa, da una spiga di grano si ricavavano solo 5 semi, mentre oggi ogni spiga riesce a fornire più di 30 semi. E questo solo per quel che riguarda il grano. Tutte le piante sono oggi più produttive.

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I motivi del rifiuto di molti cibi

mucca da latte I vegani ritengono gli animali capaci della stessa sensibilità dell'essere umano, con medesimi sentimenti e sofferenze anche di fronte alla sola costrizione in gabbia.

Per questo i vegani rifiutano anche uova, latte e latticini e gli altri derivati animale. Perché costringono i bovini e altri animali domestici a produzioni non naturali, ma anche perché secondo quanto risulta dai cicli produttivi dei bovini ad esempio, le mucche e i vitellini, sono macellati nel ciclo produttivo del latte prima della loro morte naturale. I bovini selvatici, ammesso che ne esistano ancora, vivrebbero più di venti, mentre le mucche da latte hanno un buon ciclo produttivo fino ai sei anni di vita. Dopo questo periodo giovanile, la produzione inizia a diminuire e quindi le mucche vengono inviate al macello per essere sostituite con bovini più giovani. I vitellini maschi inoltre subiscono il trauma della separazione e divengono carne da macello separati dalle madri per consentire la mungitura, sono destinati al macello a poche settimane di vita a due anni di vita. Le mucche devono subire l'inseminazione artificiale continua, in modo che la stimolazione del parto faccia loro produrre latte. Anche questo viene visto come una forzatura inaccettabile per l'animale. Per quel che riguarda le uova i fattori etici sono gli stessi. Le galline selvatiche avrebbero una vita media di 15 anni, ma il periodo di maggiore produttività è entro i due anni. Dopo questo periodo altamente produttivo, le galline vengono macellate come carne di seconda scelta. Anche qui alla nascita i pulcini maschi subiscono il trauma della separazione, per essere utilizzati o come polli o come mangime, in quest'ultimo caso addirittura tritati vivi. I pulcini femmine invece vanno a rimpiazzare le madri nella produzione di uova. Inoltre subiscono il taglio del becco senza anestesia. Infine le galline vengono spesso costrette in gabbie molto strette, causando loro sofferenza.

Il pesce invece è rifiutato in quanto ucciso per soffocamento e in quanto i suoi nutrienti sono comunque contenuti in molte piante. I vegani esprimono dubbi anche sulle qualità degli omega-3 dei pesci, criticando la teoria secondo cui aiuterebbero a prevenire le malattie del sistema circolatorio. Alcuni affermerebbero che l'abuso di pesce condurrebbe ad una maggiore incidenza di queste patologie. È confermato comunque che i vegani soffrono meno queste patologie, anche perché il pesce contiene altri grassi saturi che nelle piante hanno concentrazioni molto minori, e del colesterolo di cui invece i vegetali sono privi. Non ultimo vi è anche il problema dell'inquinamento marino, che desta molta preoccupazione, in quanto negli oceani finiscono una gran parte dei prodotti tossici quali diossina e mercurio, che vengono assorbiti in grande quantità dal pesce. Nemmeno gli allevamenti, secondo i vegani, sarebbero immuni da problemi, in quanto qui i pesci sarebbero nutriti con mangimi di scarto prodotti con farine animali, in particolare pesci pescati nelle reti ma non apprezzati dai consumatori. Lo sfruttamento intensivo dei mari ha inoltre ridotto la popolazione idrica, e si prevedono in futuro crisi serie per quel che riguarda l'ecosistema marino.

Anche la produzione di miele è sotto accusa da parte dei vegani, in quanto nel processo produttivo l'uomo avrebbe modificato la dieta delle api. Il miele è prodotto dalla Apis mellifera vomitando il nettare ingoiato insieme a degli enzimi. Questa è la successiva dieta delle api, piu digeribile. Ma sottraendo tutto il miele alle api, gli apicoltori lo sostituirebbero con dello sciroppo di zucchero, alterando cosi la dieta degli insetti e riducendone l'arco della vita. Alcuni apicoltori inoltre aggiungerebbero antibiotici allo zucchero per prevenire le epidemie, alterando così il ciclo biologico delle api. Durante l'estate un alveare arriva a produrre più di 25 chilogrammi di miele da consumare durante l'inverno. Nella sottrazione del miele gli apicoltori spesso distruggono gli alveari e le api, per acquistarne di nuove la stagione successiva. Le api regine avrebbero quindi una durata media di due anni contro i cinque che naturalmente hanno allo stato selvatico. Anche in questo caso si pratica l'inseminazione artificiale, con conseguenze nefaste per il maschio che viene soppresso solo per ricavarne lo sperma.


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Il rifiuto di prodotti non alimentari

baco da setaAnche i prodotti che non concernono direttamente la nutrizione vengono rifiutati dai vegani, più o meno per gli stessi principi: uccisione degli animali o sofferenza. I vegani non utilizzano la pelle e il cuoio perché sottoprodotti della macellazione. Mentre la carne viene venduta nelle macellerie infatti, la pelle degli animali viene utilizzata nella produzione di scarpe e accessori per abbigliamento ed arredamento. Per quel che riguarda la lana questa viene rifiutata in quanto rappresenta comunque uno sfruttamento degli ovini. I grandi allevamenti per la produzione di lana presenti in particolare in Australia, secondo i vegani non tengono conto dell'animale singolo, essendo composti da migliaia di individui a cui vengono tagliate le code e i genitali senza anestesia. Nelle prime settimane di vita vi è sempre un alto livello di mortalità.

Inoltre la razza di pecora allevata a questo scopo, la merinos, sarebbe stata selezionata per avere una pelle grinzosa con molte pieghe per aumentare la lana. Questo farebbe soffrire gli animali per il caldo e per gli accumuli di urine e feci, provocando molte infezioni. La tosatura rappresenta un altro problema perché secondo i vegani effettuata frettolosamente e senza grandi riguardi, e spesso in periodi dell'anno che poi lasciano esposti gli ovini a condizioni climatiche sfavorevoli, causandone la morte.

I vegani rifiutano anche i piumini in quanto le piume d'oca sarebbero prese dagli animali senza anestesia, causando sofferenza all'animale che vede ripetersi questa operazione dall'età di otto settimane fino agli otto mesi prima di essere soppressa per la vendita di carne o passare all'ingrasso forzato per la produzione del famoso foie gras. Per quel che riguarda la seta invece la motivazione è nella soppressione della larva, che altrimenti mangerebbe parte del bozzolo da cui si ricava il prezioso filamento. Questi sarebbero uccisi per ebollizione o per irraggiamento al microonde. Ogni 100 grammi di seta vi è la soppressione di circa 1500 bachi.


Il rifiuto di alcuni cosmetici e detergenti

erbe medicinaliLa seta deriva dal bozzolo creato dal baco, che al suo interno si trasforma in farfalla; occorrono 1500 bachi per fare 100 grammi di seta. Per impedire che il baco possa uscire dal bozzolo mangiando la parete e quindi rompendo i fili di seta, le larve sono uccise con l’ebollizione, oppure nel forno a microonde.

I vegani sono molto attenti anche ai prodotti cosmetici e ai detergenti per la pulizia della casa. Qui forse si incontrano per loro le difficoltà maggiori in quanto le legge autorizza per tutte le nuove sostanze chimiche le analisi test sugli animali. Se per gli shampoo e i prodotti detergenti personali le difficoltà sono molto minori in quanto oramai si usano elementi già testati e nuove sperimentazioni prevederebbero solo ulteriori costi aggiuntivi per le aziende, altri prodotti innovativi sono invece spesso testati su esseri viventi. Questo coinvolge alcuni prodotti di cosmesi . A questo proposito una lista di prodotti non testati sugli animali è stata redatta dalla LAV-EAR (Lega Antivivisezione-Europe for Animal Rights). Per quanto i prodotti per la casa invece la legge obbliga il test sugli animali solo sui nuovi ingredienti.


veganismo: Le cure mediche vegane

erbe medicinali Lo stile di vita, o per meglio dire la filosofia vegana, si concentra sulla prevenzione delle malattie attraverso un'alimentazione sana e terapie a base di erbe officinali. Si rifiutano invece i medicinali classici moderni in quanto testati su animali e contenenti loro derivati.

L'alimentazione gioca un ruolo essenziale naturalmente nella stato di salute vegano. Le proteine sono ricercate nei vegetali attraverso i 20 aminoacidi utili che le costituiscono, di cui nove sono considerati essenziali perché non prodotti autonomamente dal corpo umano. La dieta si basa essenzialmente sulla rotazione di diverse varietà di cereali, legumi e verdure.



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