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La zona di produzione

Il Cilento è un'estesa area del sud della Campania che produce ottimi vini, grazie al suo clima e al suo territorio, ideali per le uve. Una volta era parte della Basilicata, meglio nota all'epoca come Lucania, e la sua delimitazione parte del golfo di Salerno e per arrivare fino al Golfo di Policastro. Gli altri suoi confini naturali sono i monti Alburni, per quello settentrionale, e il Vallo di Diano per quello orientale, mentre a ovest il confine è naturalmente il mar Tirreno. Il nome Cilento proviene da l'antico fiume Alento, e dalla antica denominazione della zona, che i Romani indicavano appunto come la zona “al di qua dell'Alento”, Cis Alentum, in Latino. Il fiume era il vecchio confine di questa subregione particolare.

Questa subregione presenta delle aree differenti tra loro, e quindi anche i vini si esprimono in modo diverso, a seconda del micro-terroir. Si tratta comunque di una zona prevalentemente montagnosa e collinare, con una stupenda costa di falesie e piccole calette sabbiose sul mare.

La costa, spesso a strapiombo sul mare, presenta numerose piccole insenature sabbiose dove il carsismo è molto frequente. La costa è piena di piccole grotte, molto belle e pittoresche, che si trovano anche all'interno. Si tratta di una delle più belle coste d'Italia, con notevole presenza di calcare e fonti idriche sotterranee. Questo ne fa un territorio dai numerosi ecosistemi, molti dei quali ancora intonsi, perché grazie alla complessità e all'asprezza del territorio, l'uomo qui ha fatto interventi modesti. Il territorio si presenta come un'emersione dell'antico fondale marino, della Tetide, che prese forma nel Miocene. La presenza dei sedimenti marini è quindi notevole, con uno strato più giovane formatosi nell'Olocenico, circa 10mila anni fa. Qui si insediarono numerose popolazioni, tra cui i Greci, che ne cambiarono la composizione agricola con l'importazione di numerose uve, oggi autoctone. Si iniziò dunque la coltivazione della vite, e la produzione di vini corposi e intensi. Il clima del resto, favoriva quelle uve giù coltivate in Grecia e abituate al caldo del sud del Mediterraneo.

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Le uve rosse del Cilento

cilento doc Oggi, nel Cilento si producono vini a partire da alcuni vitigni autoctoni, di antica origine, come il Piedirosso e l'Aglianico, ma anche uve di altre zone come il Primitivo e il Barbera.

Il Piedirosso è certamente l'uva più diffusa in tutta la regione, seguita dall'Aglianico. È un'uva che sta trovando nuovi sviluppi, e deve il suo nome al rachide rosso nei pedicelli, tanto da somigliare alle zampe dei colombi. Da qui il nome dialettale Per’ e palummo, e quello italiano contratto, Piedirosso. Non ha alte rese, ma tanta vigoria, da allevare con le forme espanse per migliorarne l'acidità a fronte comunque di una alta concentrazione di zuccheri, dovuto alla peculiare maturazione che si sviluppa nelle prime due settimane di ottobre, molto tardi.

L'altra uva autoctona della Campania, l'Aglianico, è un vitigno che riesce a fornire vini straordinari anche in questa zona calcarea. Certamente il suo suolo preferito è quello vulcanico, dove raggiunge livelli eccezionali, ma qui, coltivato a Guyot o a cordone speronato, riesce ad esprimersi molto bene. L'uva è immediatamente riconoscibile, con l'acino perfettamente sferico e molto scuro, quasi blu. Si tratta di un'uva che fornisce astringenza e acidità, dagli aromi molto intensi, con vini corposi e acidi, da attenuare in botte per non essere troppo astringenti. Sono vini di grandi qualità, che possono comunque migliorare ancora molto.

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Il Cilento rosso DOC

Il Cilento rosso DOC Il Cilento DOC venne creato nel 28 febbraio 1995 per una zona molto ampia, che comprende quasi tutta la subregione, escludendo solo quelle zone che sono in pianura, e che sono poche. Si producono sia i bianchi che i rossi, e in una quarantina di comuni. Per i vini rossi, le uve che il disciplinare consente sono l'Aglianico, nella misura che va dal 60 al 75%, il Piedirosso da solo o in combinazione con il Primitivo, nella misura che va dal 15 al 20%, e infine il Barbera, dal 10 al 20% della composizione. I terreni devono essere posti in collina e avere una composizione calcarea e silicea, con ottima esposizione solare. La quota massima alla quale devono essere coltivati è quella di 450 metri, ma al Comune di Moio della Civitella questa quota è portata a 550 metri. I vigneti non possono giacere in pianura o sulle spiagge. Le rese delle uve sono limitate a 10 tonnellate per ettaro, e l'alcol deve superare l'11,00% vol per il Rosso generico e l'11,50% vol per il vino fatto solo con l'Aglianico. Quest'ultimo vini deve essere invecchiato per 12 mesi calcolati dal 1 novembre dalla vendemmia.

Il Rosso generico è astringente e vinoso, da abbinare a grandi carni come l'agnello al forno, l'arrosto o a formaggi e insaccati importanti. L'Aglianico, più sapido e corposo, va bene con formaggi di rango e arrosti.


cilento: I vini migliori

Tra i vini migliori c'è il Cellaia di Vitienocoltori Marino, con bei profumi al sottobosco, la marasca e la nocciola. Provatelo con l'arrosto o il coniglio. Il Cenito di Luigi Maffini varia ancora sulle nocciole, ma con sentori di ciliegie nere. Un vino speziato e pieno di liquirizia, per abbinamenti con carni complesse e saporite.



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