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La denominazione di origine Etna rosso è disciplinata dalla legge che detta quali sono i vitigni da utilizzare per produrre il vino e in quali percentuali. Naturalmente questi vitigni sono quelli autoctoni della zone, il Nerello Mascalese e il Nerello Mantellato, che si chiama anche Nerello Cappuccino. La famiglia dei Nerelli in altre zone vengono in genere usati per tagliare altre uve ma qui, grazie alla natura vulcanica del suolo, riescono a fornire vini di grandissimo pregio, con gusti ed aromi di grande spessore.
Tra le varie specie, il Nerello Mascalese è quello più coltivato. La sua maturazione è tardiva e una volta trasformato in vino, può essere utilizzato per invecchiamenti a lungo termine. I suoi terreni preferiti sono quelli sabbiosi del vulcano, dove assorbono i numerosi minerali. Il grappolo si presenta con acini chiari, rossi. Ha molte variazioni qualitative in base all'annata, e questo crea uno svantaggio nelle produzioni.Le origini di questa famiglia di vitigni viene rintracciata nel VII secolo a.C. quando i Greci fondarono Catania, Messina, Masscali e Naxos. Questi portarono con loro numerose talee di vite, tra cui probabilmente vi era anche il Nerello, ma non può essere escluso che il vitigno fosse già parte del patrimonio italiano.Naturalmente, una volta che i Romani conquistarono l'isola siciliana con la prima guerra punica, il Nerello iniziò il suo periodo d'oro, così come tutto il vino nell'impero, che divenne tra i primi prodotti commerciali globali. I Romani trasformarono il vino in un prodotto di prestigio nelle sue produzioni migliori, pur mantenendo del vino da mescita per il popolo, e alcuni dei vini siciliani divennero molto apprezzati e costosi. È il caso del “Tauromenitanum” e del “Mamertinum” di Messina o del “Catiniensis” e del'Adrumenitanum” della zona dell'Etna, che vennero offerti durante le celebrazioni per le vittorie di Cesare in Gallia. L'altra varietà, il Nerello Cappuccino si presenta con la forma a cappuccio che conferisce anche il nome. A subito delle forti riduzioni nelle coltivazioni tanto da rischiare di scomparire, a discapito del suo fratello Mascalese, migliore. Il Cappuccino è oramai confinato a qualche ettaro in provincia di Messina e Catania e in Calabria. Ha una buona vigoria e matura in tempi medi. Presenta grappoli e acini mediamente grandi, sferici e pruinosi. Acqua dell'Elba Deo Ambiente Fiori 100 ml Prezzo: in offerta su Amazon a: 24,51€ |
L'Etna DOC è la prima denominazione di origine siciliana e fu approvata nel lontano 1968. sotto questa denominazione vengono prodotti anche vini bianchi e rosati e coinvolge alcuni comuni della provincia di Catania. Per produrre il vino sotto la denominazione Etna DOC, i viticoltori devono usare l'80% di Nerello Mascalese e il 20% di Nerello Cappuccino, ma il disciplinare prevede anche l'utilizzo “teorico” di un 10% di vitigni bianchi non aromatici della regione. Le uve non possono superare le 9 tonnellate per ettaro di resa, e una volta trasformato in vino, il grado alcolico deve essere almeno di 12% vol.
i vini sono rubino, e quando invecchiano iniziano a colorarsi di granata. Sono vini profumati e vinosi, ai frutti di bosco e spezie ma anche con complesse strutture e con un palato secco e caldo, pieno. Le carni rosse sono naturalmente l'abbinamento ideale.
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