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Il Trento DOC

Il Trentino, rappresentato dall'unica provincia a statuto speciale di Trento, è una regione come si sa molto attiva e rinomata per i suoi prodotti di qualità, di cui l'enologia è una parte rilevante. Il Trento DOC rientra in queste grandi produzioni di qualità, con alcune delle aziende più prestigiose a livello internazionale tra cui quella più rilevante è Ferrari, anche storicamente visto che la fama dei vini sotto la denominazione Trento è dovuta al fondatore di questa brillante casa vitivinicola. La denominazione Trento infatti, è una denominazione specifica per i vini spumante realizzati alla chapenoise, ovvero con il Metodo Classico elaborato da Dom Perignon alla fine del Seicento per la produzione dei famosi champagnes francesi. Il disciplinare del Trento DOC per la produzione di vini spumante include un vasto territorio della provincia di Trento, che coincide piu o meno con l'area delimitata del disciplinare del Trentino DOC, che viene sfruttato invece per i vini di tipologia diversa dalla spumantistica. Qui il territorio del Trentino è geologicamente generato dall'orogenesi della catena alpina, che come tutti sanno è caratterizzato dalle dolomie, montagne e rocce particolari formate da bicarbonato di calcio e magnesio unite a strati alternati di sabbie e argille. Contrariamente alle caratteristiche generali dei rilievi montuosi italiani, qui le marne sono poco presenti o del tutto assenti perché sono state spazzate via dall'erosione operata dai ghiacciai. Il clima risente sia dell'influsso continentale che di quello mediterraneo. I vigneti infatti sono in gran parte protetti dalla catena montuosa, creando quel clima tipicamente alpino, con una buona ventilazione ma con assenza di venti gelidi che invece caratterizzano i paesi dell'Europa Centrale.
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La storia del Trento DOC

giulio ferrariIl Trento DOC deve gran parte della sua esistenza ad un giovane cantiniere trentino, Giulio Ferrari, che nel 1902 volle portare la qualità degli champagnes francesi nella regione dove era nato. Operazione riuscitissima, e grande intuizione per quel che riguarda l'adattamento dei vitigni classici utilizzati nella regione francese, che gode di un clima migliore per questo tipo di uve, più freddo, ma al contrario del Trentino, ha rilievi nettamente più bassi. La “meridionalità” del Trentino rispetto alla Champagne è compensata dalla maggiore quota a cui sono coltivati i vigneti, che regalano lo stesso microclima “freddo” necessario all'ottimizzazione della crescita e maturazione delle uve impiegate. Il sogno di Giulio Ferrari si è trasformato non solo in realtà, ma diffuso e ampliato dagli altri produttori che seguendo l'intuizione di Ferrari, oggi producono oltre 90 etichette di 38 diverse case vinicole, tutte impegnate nella spumantizzazione delle uve champagnine. Anche il metodo di spumantizzazione è quello della Champagne, per non lasciare nulla al caso. Questa denominazione è stata la prima cronologicamente ad usare il Metodo Classico nella nostra penisola, e la seconda dopo i grandi spumanti francesi della regione di Reims. Oggi l'intuizione di Giulio Ferrari dei primi del Novecento ha portato questo cantiniere ad essere considerato il padre della spumantistica in Italia. Ferrari studiò all’Imperial Regia Scuola Agraria di S.Michele, e dopo il diploma si avventurò in bellissime esperienze nella regione degli spumanti per antonomasia, la Champagne, prima di rientrare a Trento con una sola idea in testa: riprodurre la qualità francese in Trentino, e trasformare questa regione in una delle migliori al mondo nella spumantistica internazionale. Dal 1902 Giulio Ferrari diede vita, in una piccolo locale vicino al Duomo di Trento ad una delle realtà più importanti della spumantistica italiana, raggiunta solo a partire dagli anni 90 dalla Franciacorta.

La grande diffusione degli spumanti vinificati nel Trentino alla maniera champenoise cominciò però negli anni ‘60, quando sempre più produttori si convertirono alla spumantizzazione in numero e qualità sempre crescente tanto da dare vita, nel 1984, all’Istituto Trento D.O.C. Metodo Classico per proteggere i vini prodotti. Ma solo nel 1993 viene istituita la D.O.C. Trento, dedicata esclusivamente al Metodo Classico quasi 90 anni dopo l'istituzione in Francia dell'Appellation d'Origine Contrôlée. Grande rilevanza dunque nel disciplinare ai metodi di produzione e spumantizzazione, alla varietà di uve e alla delimitazione geografica.


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La spumantizzazione con il Metodo Classico

cantinaLa spumantizzazione con il metodo classico si ottiene tramite rifermentazione in bottiglia, ovvero grazie ad una seconda fermentazione indotta nella bottiglia tramite un apposita aggiunta di zuccheri, bilanciata con dei lieviti, ottenuta oggi in laboratorio con del vino base. Inizialmente infatti gli spumanti ottenuti con questo metodo sono generalmente vini fermi, di basso tenore alcolico. Questo fu uno dei principali motivi che spinse nel Seicento i mercanti inglesi ad aggiungere zucchero al vino, in modo da fortificare il vino. Gli zuccheri, trasformandosi spontaneamente in alcol, producono anche nuova anidrite carbonica, così da rendere effervescente il vino. L'anidrite carbonica, intrappolata nella bottiglia, produce quel bellissimo perlage che caratterizza questi vini. Il vino fermo viene stappato quindi, e addizionato con questa speciale miscela, per essere imbottigliato poi definitivamente. Poi generalmente viene lasciato affinare almeno 15 mesi sui lieviti prima di passare alla commercializzazione.


I vini del Trento DOC

spumante I vini del Trento DOC hanno bei colori paglierino, ma vengono vinificati anche in rosato. Il perlage è classico, fine e costante. Il colore si fa più deciso quando il vino viene invecchiato per ottenere la menzione Riserva. La gamma olfattiva offre profumi delicati e aristocratici, con tocchi fruttati e fragranze di panificio e lieviti. Il palato è asciutto, brioso ed opulento. Ottima la struttura e l'equilibrio fresco-sapido. Ottimi gusti fruttati si mescolano con la vivacità delle bollicine, con un lungo finale persistente e ritorni fruttati. Un vino aristocratico che si accompagna bene con molti piatti di rango, sia regionali che nazionali. Ottimo con i crostacei ma anche con le paste e i risotti al pesce. Di grande abbinamento anche con le carni bianche e i piatti al tartufo o ai funghi. Il sottobosco infatti è un ottimo abbinamento per questi spumanti. Ottimo anche con le verdure, con i formaggi mentre le tipologie demi-sec, più dolci, possono abbinarsi sia alla frutta che alla pasticceria secca.

I vitigni utilizzati per il Trento DOC sono quelli classici utilizzati nella Champagne, quindi lo Chardonnay, il Pinot Nero e il Pinot Meunier, a cui si aggiunge il Pinot Bianco. Il Pinot Meunier è il meno utilizzato dei quattro, probabile mutazione del Pinot Nero.

La denominazione di origine controllata Trento fu approvata con il decreto ministeriale del 9 luglio 1993 poi cambiato nel 2002. Nel disciplinare si autorizzano esclusivamente vini spumante bianchi e rosati ottenuti con il Metodo Classico e dallo Chardonnay considerato il vitigno principe a cui è possibile assemblare il Pinot Bianco, il Pinot Nero e il Pinot Meunier. Quando viene iscritto un vitigno all'albo, questi deve subire l'accertamento dell'ente predisposto dalla provincia di Trento. Il disciplinare limita le rese ad un massimo di 15,00 tonnellate per ettaro, e l'affinamento ad un minimo di quindici mesi sui lieviti di fermentazione.


Il Ferrari

ferrariImpossibile non dedicare un paragrafo all'azienda Ferrari, certamente la migliore, ma anche quella che ha originato questa ottima denominazione vocata alla spumantistica trentina. In cento anni Ferrari è divenuta la regina delle bollicine. Molto tempo è passato da quando la Ferrari nacque. Il Trentino era ancora sotto il dominio asburgico quando furono impiantate le prime vigne di Chardonnay. Oggi Ferrari vinifica spumanti di assoluta qualità come Il Trento Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, il top della gamma giustamente dedicato a quel cantiniere che ai primi del Novecento ebbe la pazza idea di voler replicare lo Champagne in Trentino. È un puro Chardonnay a fornire un colore dorato verdognolo e un perlage degno dei migliori champagnes. La gamma olfattiva è ricca e aristocratica, di eleganza sopraffina, con i fiori d'arancio e la lavanda, il bergamotto e il melone. Finissima chiusura alle spezie e alla sabbia bagnata. Il palato è fresco, strutturato nella sua sapidità e abbondanza, con sottili gusti fruttati e una chiusura infinita. Matura anche 10 anni, prima di essere aperto, naturalmente solo nelle occasioni uniche.

Poi c'è il rosato, ottenuto con l'80% di Pinot Noir e il 20% di Chardonnay. Il Trento Perlé Rosé è di un fantastico colore ramato, con perlage finissimo. Al naso emergono la fragranza del pane tostato e le fragoline di bosco, i chiodi di garofano e le susine, tutte chiuse da un tocco di muschio.

Palato ricco e morbido, con tocchi cremosi e sapidi. Attende 5 anni sui lieviti, prima di essere servito con il cappone magro. Ferrari è protagonista anche del Trento Brut e del Trento Maximum Brut, vini della stessa qualità dei precedenti, con ricchi abbinamenti come l'astice al curry o lke insalate di polpo.


trento: Le altre aziende

maso martisMa Ferrari è il capostipite di una serie di aziende di altissima qualità, come ad esempio Maso Martis, anch'egli protagonista di un superbo Brut di Chardonnay e un 20% di taglio con il Pinot Noir. Qui sboccia la frutta tropicale immersa nella pesca e nelle sfumature aromatiche del tiglio. Il palato è una sensazionale crema briosa, ottima con la zuppa di pesce e lenticchie.

Letrari invece spumantizza un Brut Riserva diviso a metà tra lo Chardonnay e il Pinot Nero, dove compare la mela, il pane e le resine fondate su una bella mineralità. Gran palato, equilibrato, da provare con il pesce spada. Ma lista comprende una quarantina di produttori, tra cui segnaliamo i perfetti assemblaggi di Dorigati nel Brut Methius Riserva o l'elegante Trento Tridentum di Trentini Sforza. Da provare con il dentice ai porcini anche il Brut Riserva di Dalter, fresco e minerale con fiori, ananas e cedro in evidenza.



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