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L'area del Alto Adige DOC, che gode del doppio nome Südtirol o Südtiroler include larga parte della provincia autonoma di Bolzano, con una precisa morfologia e geologia, tipica dell'arco alpino, con formazioni moreniche e calcaree che hanno fatto delle Dolomiti, o dolomie, una delle catene montuose più belle al mondo, dove la presenza di bicarbonato di calcio e manganese regala magnifici spettacoli colorati.
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Il Trentino DOC invece è la denominazione più generica della provincia di Trento, occupante una vasta area in cui sono state delimitate delle sottozone di maggior pregio.
Il Trento DOC include all'incirca la stessa area del Trentino DOC, ma presenta delle differenze sostanziali nel tipo di produzione. Nel Trentino DOC infatti gli spumanti sono quasi assenti, mentre nella denominazione Trento sono la punta di diamante con la presenza di alcune ottime aziende tra cui la prestigiosissima Ferrari, che vinifica vini di qualità pari al Franciacorta e agli champagnes dallo Chardonnay e dal Pinot Nero. La denominazione di origine controllata Trento fu istituita il 9 luglio 1993 proprio ed esclusivamente per queste spumantizzazioni, volendo sfruttare esattamente le stesse uve vinificate nella Champagne e nella Franciacorta, con risultati di eguale prestigio, pur non potendo contare sullo stesso gran numero di aziende della regione francese in particolare, molto vasta e di tradizione secolare in questo tipo di lavorazioni. Alle tre classiche Chardonnay, che rappresenta l'uva principale dell'assemblaggio e spesso vinificata in purezza, Pinot Noir e Pinot Meunier, utilizzate in particolare per i Rosé, è stato aggiunto anche il Pinot bianco, che vinificato con sapienza riesce ad essere un'ottima uva da taglio. Naturalmente il disciplinare è molto ferreo sul metodo di lavorazione, che deve essere quello classico o champenoise, con rese delle uve limitate a 15 tonnellate per ettaro e permanenze sui lieviti per almeno quindici mesi. Perfetta sia la spuma che la gamma olfattiva, dove si nota un persistente profumo di lieviti.
Il Valdadige DOC è una denominazione molto generiche che non riguarda solo la regione del Trentino-Alto-Adige, ma sconfina alche in Veneto, in tre comuni nella provincia di Verona. La sua area di produzione è molto ampia, e la produzione quindi risulta assai variegata. Anche questa denominazione gode del doppio nome in tedesco, quello di Etschtaler impiegato nelle lavorazioni in provincia di Bolzano. L'area di produzione è molto vasta proprio perché delimitata, come è facilmente intuibile dal nome, dalla lunga Valle del fiume Adige, partendo da Rovereto ne Nord della regione fino ai suoi confini, e oltre per tre comuni. Quindi si tratta di un'area lunga e stretta, tutta collinare con varie tipologie di suolo, anche se principalmente come è facile intuire, alluvionali e sedimentosa, ma sempre con le presenze fossili dell'antica Tetite. Si ha quindi una forte presenza di calcare ma anche di ghiaia, sabbia e basalto in forma di detriti.
Inclusa nell'area del Valdadige ma con una sua denominazione propria, La Terra dei Forti rappresenta una peculiarità nella zona, per un'area delimitata da una valle particolare, in cui il ghiaccio ha agito con profonda decisione nella conformazione del suolo. Sempre di origne alluvionale, questa valle presenta delle piccole “pianure” di alta montagna, levigate dal ghiaccio nel suo lento ed antico movimento di era glaciale, ora ritiratosi. A contrasto di questi piccolissimi terrazzamenti vi sono rilievi particolarmente duri, con differenze anche di un chilometro con il fondo valle. L'aspetto è quello dei canyons tropicali nel cui fondo scorre un torrente, e le cui pareti sono verticali. I suoli morenici e calcarei sono la geologia base dell'area, in cui vengono coltivate le uve Chardonnay e Pinot Grigio, sia in tipologia ferma che passito. Notevoli sono i risultati vinicoli della zona. I vini sono ricchi e corposi, pieni di gusti, con le tipologie passito che rappresentano una rarità da provare e ricercare almeno una volta. Dal punto di vista topografico infatti l'area è molto piccola, con pochi, fortunati viticoltori che però devono fare i conti con un territorio difficile da gestire e lavorare, su cui non è facile nemmeno far arrivare i macchinari.
Come vino simbolo del Trentino scegliamo sicuramente Ferrari, sia per la qualità ma anche per la rappresentanza che può dare a tutta la regione, che ha anche molti altri produttori dello stesso livello. Ferrari ha saputo pero ricreare una piccola Champagne in questa regione bellissima e aspra, dalla natura incontaminata e selvaggia. Il suo Trento Giulio Ferrari del Fondatore è un vino di primissima qualità, uno spumante che in una degustazione alla cieca riuscirebbe a superare molti champagnes con estrema facilita senza che un appassionato francese riesca a capirne la sua provenienza trentina. Perlage finissimo e colore dorato sono la prima presentazione di un vino che alla degustazione olfattiva offre una vasta gamma di delicati profumi alla lavanda e ai fiori d'arancio, al bergamotto e al melone bianco. Il tutto è chiuso da fini speziature, mentre il palato è di rara freschezza e sapidità, ma anche fruttato, agrumato, ricco e polposo. Un vino da stappare solo per le grandi occasioni, come per i migliori champagnes, con un finale strepitoso e lunghissimo e un invecchiamento di pari rango. Può infatti maturare sulle fecce anche per dieci anni senza mai perdere le sue proprietà organolettiche.
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