Grazie alla ricerca è strato possibile confermare che tutte le specie di bue domestico presenti nel mondo, derivano dall'uro, ovvero un animale molto diffuso dal Pleistocene al Neolitico, partendo dall'Eurasia settentrionale fino a raggiungere il mediterraneo, passando per il Medio Oriente e l'India. Tale specie era presente anche nell'Europa centro-settentrionale all'epoca degli Antichi Romani, sopravvissuto fino al diciassettesimo secolo in una foresta in Polonia, dove ospitava pochissimi esemplari che vivevano insieme al bisonte europeo, molto spesso confuso con esso. In Grecia sono state trovate tracce della sua domesticazione risalente a circa 9000 anni fa, ed anche in Africa sono state rinvenuti esemplari domestici che assomigliavano moltissimo al bue. Questo significa che l'uro è stato addomesticato a partire indipendentemente dalle due diverse popolazioni, ovvero una europea ed una africana. Inoltre attualmente sappiamo che un terzo ceppo di uro ha dato origine parallelamente allo zebù in India, fino ad incrociarsi con altre razze bovine, dando origine sin da subito ad una prole fertile all'infinito. Gran parte delle razze presente oggi hanno avuto origine mediante la selezione artificiale, mettendo in risalto una grande qualità di questo animale, ovvero l'attitudine alla produzione del latte, della carne e come forza lavoratrice. Attualmente esistono razze come la Piemontese che deriva dall'incrocio di un ceppo molto antico di taurino con zebuino.
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Per quanto riguarda la muscolatura del bue, se paragonata alla gran parte degli altri bovini, essa si mostra più robusta e per questo maggiormente adatta agli sforzi intensi di durata breve, piuttosto che agli sforzi continui e prolungati nel tempo. Tutto questo è un retaggio di strategia difensiva del suo antenato che precedentemente abbiamo citato, l'uro selvatico, che preferiva affrontare i suoi predatori mediante brevi cariche piuttosto che scappare. Con lo sviluppo naturale della muscolatura del bue è stato possibile selezionare le razze di carne, infatti in alcune di esse come la Piemontese , vi è una mutazione genetica evidente come la groppa doppia, o di cavallo, che consente una produzione maggiore di carne nei quarti posteriori. La struttura fisica è anche molto importante per il morfismo sessuale del bue domestico, infatti la muscolatura del collo ad esempio, nell'esemplare maschile rispetto a quello femminile, ha una maggiore crescita , che si estende tra la nuca ed il garrese, costituita da un muscolo trapezio, un sopraspinato e parte del gran dorsale.
Con il passare del tempo si è sviluppata ampiamente la credenza che attirare con un drappo rosso i tori nelle corride poteva innescare nell'animale delle reazioni aggressive. Attualmente anche fonti scientifiche hanno evidenziato il contrario, perché gli occhi del bue sono incapaci di distinguere i colori per via della mancanza della retina, per questo l'animale ha una vista in bianco e nero. Sembra che entrambe le versioni siano errate, perché da un lato se è vero che non è sufficiente la colorazione rossa a scatenare reazioni aggressive, dall'altro è vero che il colore rosso è uno dei pochissimi pigmenti che il bue riesce a distinguere.
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