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Il Porto

Il Porto è un vino prodotto con uve selezionate nella valle del Douro nel nord est del Portogallo, che subisce un particolare processo di vinificazione, con il taglio effettuato nel mosto fermentato per addizione di acquavite o brandy. Questo tipo di vinificazione consente al brandy di fermare la fermentazione, aumentare il grado alcolico e conservare quello zuccherino nel vino.

Oggi è un vino famoso quanto imitato, come in California e in Australia, ma le particolari condizioni naturali di clima, suolo e posizione delle viti coltivate che si hanno nella valle del Douro, rendono il vero Porto un vino pregiato ed unico.

Il vino prende il nome dalla città di Oporto, detta anche Porto, che si trova sulla costa dell'Oceano Atlantico proprio alla foce del fiume Rio Douro che attraversa la valle. In portoghese il nome Rio Douro significa fiume d'oro, e il termine deriva dal colore delle acque torrenziali di questo fiume, anche se per moltissimi secoli l'area è stata una delle più povere della nazione.

Il nome del vino è stato scelto perché questo è sempre stato spedito dalla città di Oporto, da secoli scalo commerciale per le navi inglesi alla ricerca di commerci.

La regione dove sono coltivati i vigneti è segnata da una lunga striscia di 70 chilometri che segue il fiume dal confine con la Spagna fino alla foce in città. È un aspra zona fatta di colline molto ripide, tanto da rendere difficile il cammino anche ai muli. Ha un terreno molto particolare, costituito da un sottilissimo strato che ricopre un substrato di durissima ardesia e un altro, ancora più profondo, di granito. Un terreno molto povero di scheletro quindi, adatto solo alle erbacce, agli olivi, e alla vite.

La catena montuosa che circonda la valle definisce un clima strettamente continentale, dove gli inverno sono molto rigidi e le estati afose e caldissime. Un clima non particolarmente adatto alla vite, visti tutti questi fattori, ma tant'è che i viticoltori l'hanno coltivata per secoli. Qui l'influenza dell'oceano è bloccata dalla Serra Marão, e l'inverno caratterizzato dalla neve. In estate invece si possono raggiungere i 43°C. La vallata è stata scavata dalla natura torrentizia dei corsi d'acqua che l'attraversano, e le colline hanno pendenze superiori al 30%. Qui l'uomo ha costruito terrazzamenti di pietre e rocce per poter coltivare, ma la natura impervia non ha mai permesso la meccanizzazione delle coltivazioni. Qualche progresso è stato fatto a partire dagli anni 70 del novecento, quando si è riusciti a ridurre, grazie ai nuovi materiali da costruzione, lo spessore dei muretti per raddoppiare la superficie dei terrazzamenti. L'aspetto della valle è completamente stravolto dai terrazzamenti fatti da banchine di terra rocciosa, che permette l'ingresso dei trattori, anche se non tutti i viticoltori hanno scelto questa strada, preferendo il lavoro manuale. C'è da considerare che lo strato superficiale del terreno è di soli 10 centimetri in molti punti, mentre la roccia scistosa di ardesia sottostante è talmente dura da dover essere spaccata con utensili da cava e a volte con la dinamite solo per la semplice semina. La stratificazione in scisti consente alla pianta di affondare comunque le sue radici e sopravvivere. La zona di produzione si estende dal confine spagnolo ad est fino a circa 70 chilometri da Oporto ad ovest, ed è divisa in 3 macroregioni principali, i distretti di Baixo Corgo, Come Corgo e Douro Superior. La prima è la regione più umida che produce i vini più leggeri con uve che hanno difficoltà a maturare, la seconda la più equilibrata tra qualità e quantità, mentre la terza ha la più elevata qualità ma anche il numero di vigneti più basso. Nel Baixo Corgo vengono prodotti la maggior quantità di vini, specie quelli più commerciabili, mentre per quelli di qualità la provenienza è dalle altre due zone.

la regione del douro

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La storia del Porto

porto Il Porto deve molto della sua esistenza alle numerose guerre tra Francia e Inghilterra, che interrompevano spesso la fornitura di vini d'oltralpe nell'isola britannica. Nel 1667 infatti gli Inglesi dovettero rivolgersi ad altre aree per la fornitura di vino, e nelle rotte mercantili si fermarono ad Oporto, dove la coltivazione della vite era praticata fin dall'epoca romana, quando l'area fu occupata nel 200 avanti Cristo. Il vino del Douro, prima consumato solo a livello locale e mai esportato a causa della difficoltà nei trasporti per l'asperità del terreno, iniziò ad essere commerciato a livello internazionale con l'arrivo dei mercanti anglosassoni. Inizialmente il vino prodotto era il leggero e acido Vinho Verde, poco amato dagli Inglesi. La svolta avvenne l'anno successivo, quando due commercianti inglesi assaggiarono un vino prodotto nel monastero di Lamego, dove il vino veniva fortificato con il Brandy. Piacque a tal punto che in soli 50 anni tutta la regione era stata convertita al vino fortificato. L'embargo inglese sui vini francesi fece il resto, e nel 1703 gli inglesi ridussero i dazi sul vino portoghese in cambio del libero commercio della loro lana con il Trattato di Metheun. Naturalmente come spesso succede vi furono anche numerose frodi, a cui fu posto un limite nel 1756 con la costituzione della Companhia Geral de Agricoltura das Vinhas do Alto Douro, che fissò regole di produzione e prezzi, definendo anche i confini della regione viticola. Nacque a tutti gli effetti la prima denominazione di origine controllata. Per porre fine alle frodi la compagnia utilizzava anche l'impiccagione, e sradicò le piante di sambuco con il cui succo veniva adulterato il Porto. Vennero resi navigabili anche alcuni fiumi per facilitare i trasporti e fu inventata la classica bottiglia cilindrica da Porto che tutti oggi conosciamo. La Companhia venne abolita nel 1834 ma il Porto era ormai un vino famoso e conosciuto, con lo stesso metodo di vinificazione odierno e la stessa qualità di oggi.

L'Ottocento fu anche il secolo in cui gli spedizionieri si stabilirono definitivamente ad Oporto per avere una migliore centralità nel commercio di questo vino. Ma fu anche il secolo delle devastazioni per la fillossera e lo oidio, che misero in seria difficoltà i vigneti, tanto che oggi sono ancora molti gli uliveti appartenenti a quell'epoca presenti sul territorio. Per lo oidio fu trovata la soluzione delle polveri di zolfo, mentre per quel che riguarda la fillossera. Questa colpì più le viti francesi che il freddo Douro, fattore che alla fine si rilevò un vantaggio per i Portoghesi. Fu questo il periodo che vide un fiorire di nuove aziende. Nel 1916 fu definitivamente approvata l'istituzione della denominazione di Porto come prodotto unicamente portoghese, mentre a partire dal 1932 furono istituite nuove e più rigide regole che strapparono definitivamente questo vino dalle mani dei cattivi produttori.


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Il Porto di oggi

porto Oggi i nomi storici del Porto sono ancora quelli di secoli fa e questo vino ha saputo conquistare, al contrario dello Sherry o del Marsala ad esempio, anche i cuori dei consumatori più giovani.

Il mercato più importante è ora quello francese, anche se i paesi anglosassoni restano sempre basilari per le esportazioni. La Factory House di Oporto, la sede dei produttori, è oggi un monumento dell'industria nazionale portoghese. I consumatori più affezionati sono quelli di età compresa tra i 30 e i 40 anni.

I vini più consumati sono quelli giovani, anche perché gli invecchiati raggiungono costi ragguardevoli. In gioventù il Porto è un vino già forte, scuro e fruttato. Poi il vino subisce una sorta di chiusura, con profumi quasi assenti e un palato troppo duro e astringente, ma come d'incanto, dopo 10 o 15 anni, il vino torna a riaprirsi, per offrire note fantastiche.


Le uve del Porto

porto Il Porto viene vinificato da una cinquantina di uve diverse, autoctone, sia bianche che rosse. Sono comunque cinque quelle più pregiate e utilizzate per i vini migliori.

Il Touriga National è l'uva più importante di queste, quella per i vini migliori. Fornisce vini molto scuri e tannici, dai profumi molto fruttati, in particolare al ribes. Ha però rese bassissime, con un solo chilogrammo di frutti per pianta.

Il Tinta Roriz invece fornisce vini di colore un po scarico, ma in compenso apporta una grossa concentrazione di tannini e profumi speziati ed erbacei, specie se coltivato nella zona più calda.

Il Touruga Francesa è il vitigno preferito per le colline esposte a meridione, grazie alla sua resistenza al caldo che lo rende produttivo anche nelle annate più secche. I vini sono più leggeri, ma floreali con particolari profumi di rosa.

Il Tinta Barroca fornisce vini colorati, molto strutturati e dal corpo solido. Ha alte concentrazioni di zuccheri e la sua gamma olfattiva contiene profumi di ciliegia e more selvatica. Per la sua maturazione precoce è più adatto alle esposizioni settentrionali.

Il Tinta Cão è un vitigno oggi riscoperto che aveva rischiato l'estinzione. Le rese sono talmente basse da garantire solo 300 grammi di frutti per pianta, ma è molto seguito perché capace di fornire vini dal lunghissimo invecchiamento.


porto: Gli stili

porto Il Porto come tutti i vini fortificati ha vari stili, e vari colori, con invecchiamenti che possono arrivare a varie decine di anni.

I più giovani sono il semplice ruby, il bianco o il tawny. Tutti comunque subiscono un affinamento di 3 anni in legno, anche se solo i grandi Porto nelle botti apposite chiamate pipe.

I Tawny sono generalmente più fini dei ruby, più leggeri grazie all'assemblaggio tra questi ultimi e i porto bianco. Questi tre sono i Porto più comuni e commerciabili, non eccezionali ma certamente di buon gusto. I grandi appassionati invece quando si riferiscono al Porto, certamente si riferiscono ai vintage.

Il primo gradino dei vintage sono gli Aged Tawny, invecchiati nelle pipe. Qui il colore subisce dei processi di ossidazione e diventano color bronzo, da cui il nome tawny. Dopo dieci anni di invecchiamento i profumi fruttati si attenuano molto, per essere sostituiti dalla noce, dai fichi secchi, dalla scorza d'arancia e dai datteri. Questo processo può durare anche 40 anni.

Sulle bottiglie oggi vi sono le indicazioni per l'età del vino, al posto della complicata nomenclatura di una volta.

Come si può notare la lingua ufficiale del Porto è l'inglese, e questo perché nessun altro vino come questo portoghese, deve tanto all'Inghilterra e ai suoi commercianti.


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