Il Capalbio bianco viene prodotto a partire dal Trebbiano e dal Vermentino, a cui si possono aggiungere anche altri vitigni dell'area, in particolare l'Ansonica e la Malvasia, anche per i vini dolci. Il vitigno principale, come per il resto della Toscana in bianco, è certamente il Trebbiano, utilizzato per apportare quantità nell'assemblaggio. Il Trebbiano in Italia è il vitigno bianco che vanta la maggior estensione, in particolare al centro, dove incontra il clima a lui più favorevole. Qui si esprime in vini aromatici e secchi, che possono anche essere vinificati in dolce tramite l'appassimento. Ha bisogno infatti di un clima temperato, per esprimersi, e non a caso, a nord, come in Francia, il suo utilizzo è destinato alla distillazione, non riuscendo a fornire l'apporto minimo al vino. Inoltre il freddo crea acinellatura e colatura, portando l'uva ad una maturazione precoce. In Toscana invece fornisce quantità e acidità, perfette per l'assemblaggio.
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Il Capalbio è una Doc nata il 21 maggio 1999, e nel suo territorio si possono produrre vini bianchi, rossi e rosati. Del territorio fanno parte i comuni di Orbetello, Capalbio, Magliano e Manciano, della provincia di Grosseto.
La produzione di vini bianchi comprende il generico Bianco, il monovitigno Vermentino e il Vin Santo. Il monovitigno deve avere almeno un 85% dell'uva Vermentino, mentre le altre due tipologie sono, per legge, composte da un minimo del 50% con il Trebbiano in assemblaggio con le altre uve della zona, e non solo quelle sopra menzionate, anche se sono le più importanti. Le uve devono rendere al massimo 11,5 tonnellate per ettaro. Per la commercializzazione, la legge impone che questa non possa avvenire prima del 31 dicembre dalla produzione per il vino secco, e non prima del 31 marzo per il Vin Santo, dopo che le sue uve siano state appassite entro il 1° dicembre della raccolta. Si tratta di vini fruttati e secchi, che hanno una certa sapidità dovuta all'influenza marina. Il Vin Santo varia il suo gusto fino al dolce, ed è un vino molto aromatico. I vini secchi possono essere abbinati alle conchiglie e ai molluschi, così come alle cozze e alcuni pesci, ad esempio il palombo. Buoni anche con alcuni risotti delicati oppure con il prosciutto e melone. Per il Vin Santo, l'abbinamento è chiaramente con la pasticceria.Tra i migliori produttori c'è Santa Lucia di Scotto Nicola che vinifica il Capalbio Brigante contenente il 100% di Vermentino, raccolto per un massimo di 8 tonnellate per ettaro. È un ottimo vino paglierino dall'aroma delicato della frutta bianca come la pesce. Il mare dona una buona mineralità e anche una porzione sapida al palato. Qui il vino è secco ma fruttato, con una lunghezza gustativa molto buona. Va abbinato con i molluschi e i crostacei, o cotti con pomodorini freschi, oppure con delle erbe.
Sempre Santa Lucia vinifica un Capalbio Vin Santo Graticcio. Anche qui le rese sono limitate al massimo, per ottenere un prodotto finito di buo gusto. Si tratta di uve Trebbiano e Ansonica raccolte al massimo per 5 tonnellate per ettaro. Grazie al terreno ricco di argilla, si ottiene un vino dolce dove risultano spiccati aromi di frutta bianca e fieno. Il gusto è secco ma amabile, per essere abbinato alla classica pasticceria secca della regione.Anche la Cantina Capalbio produce dei buoni bianchi, generici, usando per lo più il Trebbiano, la Malvasia del Chianti e l'Ansonica. Anche qui il vino si esprime con sentori di frutta bianca, ma ancor più lievi e delicati, per degli abbinamenti più semplici e vari. Questi vini infatti possono servire tutto il pasto di pesce o di carne bianca, fino a terminare con i formaggi molli.
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