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Le uve che vengono utilizzate per la vinificazione dei bianchi dell'isola nella denominazione di origine sono il Vermentino, il Moscato Bianco, l'Ansonica e Trebbiano Toscano, che sull'isola prende il nome di Procanico. Quest'ultimo viene indicato come sottotipo originario dell'Umbria del Trebbiano toscano, e gli ampelografi ne attestano anche una migliore qualità rispetto al suo cugino. Ma non tutti gli studiosi sono concordi con questa versione, e alcune ipotesi lo vogliono del tutto uguale al Trebbiano, ma attualmente manca ancora una ricerca approfondita che voglia appurare questi aspetti del vitigno. Probabilmente ci troviamo di fronte ad un clone migliorativo del Trebbiano, cresciuto indipendentemente dal resto della regione e isolato della condizione geografica. L'altra uva largamente utilizzata è l'Ansonica, nome toscano per indicare la molto utilizzata in Sicilia Inzolia, da cui viene prodotto anche un buon passito. L'Ansonica è un'uva molto aromatica, da cui il motivo per l'appassimento che riesce a fornire dei vini da dessert al profumo di noce, con un palato molto equilibrato tra dolcezza ed acidità.
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La denominazione di origine controllata Elba vide la luce il 15 settembre 1999, con il decreto ministeriale che autorizza la vinificazione di bianchi, rossi e rosati nell'area comunale dell'isola.
Nella vinificazione in bianco le tipologie autorizzate sono il Bianco e il Bianco Spumante, e inoltre i monovitigno Ansonica, Trebbiano toscano (Procanico) e Vermentino, i vini passiti monovitigno Ansonica Passito e Moscato Passito, il Bianco Passito generico e il Vin santo.Il disciplinare dal punto di vista ampelografico vede l'autorizzazione di vari assemblaggi, che sono per il Bianco, Bianco Spumante e Vin santo una miscela di Trebbiano toscano dal 10 al 70%, Ansonica e Vermentino dal 10 al 70%. L'assemblaggio per i monovitigno in tutte le tipologie Passito è il tradizionale 85% comune a quasi tutti i vini. Il Moscato Passito invece può essere solo in purezza. Per quel che riguarda le rese massime il disciplinare è molto restrittivo, e vede una quota di produzione a 9 tonnellate per ettaro per tutti i vini tranne che i passiti, le cui rese sono fissate a 7 tonnellate per ettaro.L'appassimento previsto dal disciplinare deve essere di almeno 10 giorni, con la commercializzazione che può essere effettuata a partire dai tre anni successivi al 1° novembre di vinificazione.La denominazione di origine controllata Elba produce vini paglierini, tendenti all'ambra quando il vino è passito. Il Vin Santo invece è oro con sfumature ambra.Le profumazioni variano a seconda della tipologia e dell'assemblaggio, anche se si possono considerare generalmente fruttati e secchi. Tranne i Passiti naturalmente che sono dall'amabile al dolce, con una struttura vellutata.Il Bianco generico si accosta ai calamari, ma anche alle verdure, gratinate o in minestra. Si abbina anche ai formaggi molli. Il monovitigno Ansonica si abbina ai formaggi caprini, con gli antipasti, oppure le minestre o i risotti con le verdure, mentre lo Spumante va bene con crostacei e molluschi. I Passiti chiaramente si abbinano ai dessert e la pasticceria.Consigliamo l'Elba Ansonica di Acquabona, con il 15% di Vermentino, paglierino e fruttati, con profumi di erbe aromatiche. Freschezza e corpo lo abbinano con il riso alle verdure.
Poi c'è il Moscato Passito di Cecilia, di 15% vol, con profumi di rosa bianca, vaniglia e muschio. Bell'equilibrio dolce-sapido, con un finale minerale per la torta di pere caramellate.
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