I vitigni utilizzati a Monreale per la vinificazione in bianco sono alcuni dei grandi autoctoni siciliani, come l'Inzolia, il Grillo e il Catarratto e alcuni rinomati internazionali come lo Chardonnay e il Pinot Bianco, a cui si unisce la coltivatissima uva italiana Trebbiano Toscano, seppur di qualità inferiore ai precedenti, ma in grado di apportare volume.
Tra queste il Grillo è un vitigno nativo dell'isola, che prima di essere riscoperto per altre vinificazioni, veniva utilizzato negli assemblaggi dei Marsala, un vino intramontabile e prodotto già da tre secoli, oggi tornato in primo piano. Anche il Grillo ha ritagliato un suo ruolo di primo piano in Sicilia, con un tocco citrino e molto corpo nei vini in cui viene impiegato. Ottima anche l'acidità che consente a questi vini buone possibilità di invecchiamento.Il Pinot Bianco invece è l'adattamento italiano del più antico Pinot Blanc francese, mutazione spontanea del progenitore Pinot Noir. In Italia arriva già ai primi dell'Ottocento, passando il confine per approdare in Piemonte, ma oggi è presente in tutto il mondo.In Sicilia ha trovato posto per delle vinificazioni di prodotti secchi e con elevata acidità, anche se poco aromatici ma comunque frizzantini e freschi, perfetti per le lunghe estati isolane. Questo vitigno è perfetto per le spumantizzazioni, tanto che è elemento essenziale dei grandi Franciacorta della Lombardia.Il Monreale gode oggi della denominazione di origine controllata che fu creata il 2 novembre 2000 per autorizzare la produzione di vini bianchi, rosati e rossi. L'area coinvolta nella vinificazione di questa denominazione è molto vasta e si trova in provincia di Palermo, in particolare nella valle del Belice. Qui si produce oltra al bianco, anche il Superiore e il Vendemmia Tardiva, oltre ai monovitigno Inzolia, Grillo, Pinot Bianco, Chardonnay e Catarratto.
Per quel che riguarda il vino generico, il taglio classico è tra Catarratto e Inzolia che lo compongono per il 50% a cui si aggiunge anche il Trebbiano Toscano ma solo fino al 30% dell'assemblaggio.Vengono fissate delle regola anche alle rese dei vitigni, che per le varie tipologie sono tra le 10 e le 12 tonnellate per ettaro. Invece i vini che sfruttano le vendemmie tardive, vengono vinificati con uve che devono avere rese limitate a 8 tonnellate. L'appassimento viene effettuato sulla pianta. I grappoli devono restare nel vigneto fino al 1° ottobre. Poi una volta trasformati in vino devono attendere sei mesi di invecchiamento prima di essere commercializzati. Anche il Superiore deve attendere sei mesi prima di essere commercializzato, ma questa volta dal 1° novembre successivo alla raccolta delle uve.I vini a Monreale sono paglierini, che evolvono sul dorato nel caso del Vendemmia Tardiva e del Superiore. Si tratta in genere di vini dal palato secco nella maggior parte dei casi, anche se lo Chardonnay e il Catarratto risulta invece fruttato. I grilli invece hanno un carattere sapido. Mentre il Vendemmia Tardiva è chiaramente dolce e vellutato al palato. Sono comunque vini eleganti e profumati, da abbinare con vari cibi come le sarde e le melanzane per gli Inzolia. Il Superiore si abbina bene con la pasta alle cozze mentre per il Catarratto si preferisce la carne e i formaggi stagionati. Anche lo Chardonnay è abbinabile ai formaggi, ma molli, ma anche a molti piatti di pesce di mare e molluschi. Il Pinot Bianco invece va bene con gli ortaggi come i carciofi, mentre il Grillo va con i formaggi piccanti e altri piatti dal sapore spiccato. Per il Vendemmia tardiva si consigliano formaggi erborinati e paté di fegato.Tra i vari vini da provare ci sono quelli di Spadafora, come il Monreale Bianco con profumazioni di frutta bianca, agrumi ed erbe aromatiche. Ottimo anche Feudo di Santa Tresa Rina Lanca, un Grillo puro, e il Punta Ettare di Frazzitta, sempre un Grillo aromatico.
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