Il formaggio “Feta”, avendo una porzione lipidica molto importante, ha una digeribilità media, anche se per quanto riguarda i valori energetici presenti in essa, non sono tra le più elevate, grazie all'abbondante presenza di acqua.
Nonostante la conservazione della feta venga fatta in salamoia, che per tendenza disidrata la cagliata, è comunque un processo nettamente inferiore alla media dei prodotti caseari, anche per la mancanza di stagionatura.Le caratteristiche nutrizionali di questo alimento sono molto varie, perché come prima cosa, la presenza di lattosio è molto bassa, anche se è ugualmente misurabile ed il suo consumo, è idoneo a coloro che hanno intolleranze molto blande ai latticini in generale, ma comunque non consigliabile per le intolleranza più severe o le allergie.La presenza di proteine in questo alimento sono discrete e ad alto valore biologico, mentre la ripartizione degli acidi grassi non risulta essere delle migliori, in quanto dovrebbe privilegiare la presenza di quelli saturi.Essendo un alimento che si realizza mediante la lavorazione di latte intero, dovete sapere che la concentrazione di colesterolo presente è molto elevata, quindi sconsigliamo il consumo per tutti coloro che soffrono di ipercolesterolemia.Se osserviamo la feta dal punto di vista delle vitamine, dovete sapere che è ricchissima di riboflavina, ovvero vitamina B2 ed anche la presenza di retinolo, ovvero vitamina A, occupa un ruolo di rilievo.Per quanto riguarda i sali minerali, contrariamente alle vitamine, abbondano il sodio, il calcio ed il fosforo.Il sodio, è la parte sfavorevole di questo alimento, perché il suo eccesso in ambito nutrizionale, è considerato molto pericoloso per eventuale insorgenza oppure aggravamento di ipertensione arteriosa.Il quantitativo medio ideale da consumare per l'uso alimentare non deve superare i 150 grammi a settimana, per un totale di 250 chilo-calorie.La feta, sia per tradizione che per legge, deve essere ricava solo ed esclusivamente dall'impiego di latte intero di pecora e con una miscela composta da latte di capra ed ovino, con un livello massimo per l'utilizzo di latte caprino pari al 30%.
Il latte impiegato può essere crudo, anche se oggi la maggior parte dei mastri caseari, preferisce utilizzarlo pastorizzato.Una volta che questo si raffredda circa 35 gradi, viene aggiunto il caglio, lasciandolo coagulare in modo da fare aggregare le caseine.Terminata la cagliata, vine poi tagliata in grandi segmenti per pio essere riposta in degli stampi appositi, oppure in borse di tela, in modo da fare sgocciolare il siero in eccesso.Trascorse diverse ore, la cagliata ha raggiunto il grado sufficiente per essere tagliata e poi salata ed il quantitativo dei minerali aggiunti non deve essere superiore al 3%.Una volta compiute queste operazione, il formaggio vine poi collocato in recipienti di metallo, oppure in botti di legno e lasciato in infusioni per diversi giorni, questa varia in base al produttore ed anche alla zona specifica della Grecia.Oggi la feta di origine greca, ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta (DOP ottobre 2002), dopo una lunghissima battaglia con lo stato della Danimarca, che per moltissimi anni, ha prodotto un formaggio molto simile alla feta, solo realizzato mediante lo sbiancamento del latte vaccino.
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