Gli studiosi sono concordi nel ritenere la soia domestica come un derivato di quella selvatica, coltivata per la prima volta in Cina in un epoca attorno al 3000 avanti Cristo. Vi sono anche altre ipotesi secondo le quali la soia domestica sia stata ottenuta da un'altra varietà della famiglia delle Leguminose, la Glycine ussuriennsis, probabilmente anch'essa utilizzata nell'alimentazione arcaica. Le oscure origini però di questa varietà, e le poche notizie, non forniscono nessuna certezza. Per millenni la soia è stata sfruttata solo in Asia, mentre in Europa si è cominciato a studiarla a partire dal 1737 nei Paesi Bassi e 2 anni dopo in Francia, come pianta negli orti botanici. Nel 1775 viene menzionata in America da Benjamin Franklin. Mentre in Europa lo sfruttamento della soia cominciò già nel XIX secolo, in America per vederne uno sfruttamento concreto bisognerà attendere il secolo successivo. Lentamente la soia si è affermata poi in tutto il mondo, tanto che oggi il più grande produttore sono proprio gli Stati Uniti, seguiti dal Brasile e dall'Argentina in Sud America, e poi dalla Cina e dall'India, mentre il Giappone non risulta tra le prime cinque il lista. La coltivazione di soia nei primi tre paesi non riguarda però la soddisfazione della nutrizione umana, ma quella del bestiame. La soia non è quindi entrata nelle diete degli americani, ma solo nel giro d'affari delle multinazionali della carne e per l'esportazione nelle zone povere del pianeta. Questa condizione desta molte proteste da parte del mondo no-global, a cui si uniscono le forti perplessità che la nuova soia OGM, geneticamente modificata, sta suscitando anche in ambienti scientifici. Questa nuova soia sta divenendo molto utilizzata nei paesi occidentali.
La soia geneticamente modificata OGM venne sviluppata e commercializzata a partire dal 1995 dalla discussa multinazionale Monsanto. I semi denominati Roundup Ready vennero modificati per offrire una maggiore resistenza ai pesticidi sviluppati dalla stessa azienda e largamente utilizzati dagli agricoltori occidentali e americani in particolare. Il seme venne modificato con l'introduzione di un gene ottenuto da un batterio, l'Agrobacterium, per ottenere l'insensibilità della pianta al glifosato, un erbicida economico e molto potente. Nei 25 anni conseguenti la soia OGM ha conquistato il mercato agricolo, tanto da essere oggi più diffusa della soia naturale negli Stati Uniti, mentre molte resistenze sono avvenute per la sua introduzione in Europa. La soia OGM risulta essere più economica rispetto a quella naturale in quanto favorisce la diffusione delle monocolture e delle grandi estensioni coltivate con mezzi di disserbazione meccanizzati e a loro volta economici.
Il Glifosato, molto economico, è largamente usato utilizzando anche mezzi aerei. La coltivazione della soia OGM incontra fortissime perplessità per diversi motivi. Innanzitutto quello sanitario, per l'alimentazione con piante geneticamente modificate per cui non si sono, da parte di una consistente fetta dell'opinione pubblica, ancora sufficienti prove di non pericolosità. Poi per quelli ambientali, che vedono la coltivazione intensiva per vari scopi come un disequilibrio naturale molto forte e dannoso. Per ultimo, ma non meno importate, per motivi economici legati al dominio delle multinazionali che detengono il brevetto, e quindi la facoltà di ritirare dal mercato un alimento prezioso o porre dei prezzi elevati una volta conquistato il mercato globale. Un ultima polemica riguarda il suo utilizzo per la nutrizione del bestiame in luogo di quella umana, polemica alimentata dai vegetariani che vedono in questo alimento una fonte indispensabile di nutrizione sana e naturale.L'ambiente naturale della soia è quello temperato o subtropicale con estati non eccessivamente calde, dove le temperature raggiungono al massimo i 30 °C, anche se la pianta può sopportare e crescere bene fino ai 40 °C. In Italia la coltivazione della soia è stata storicamente ignorata per moltissimo tempo, e non ha mai riscontrato un grande successo. Il prodotto più utilizzato, l'olio di soia, è stato sempre prevalentemente importato. Verso gli anni 80 del Novecento fu il gruppo Ferruzzi di Raul Gardini a importare grandi quantità di soia dalle aziende argentine di proprietà del gruppo italiano. Una successiva legislazione favorevole contribuì decretare un discreto successo anche nel nostro paese, tanto che si parlò di miracolo della soia, con convenzioni speciali sui prezzi. La soia comunque non entrò mai nei cuori degli italiani non vegetariani e vegani, anche se il volume d'affari creato dalla sua coltivazione fu piuttosto consistente.
La soia viene utilizzata per tre scopi: l'alimentazione umana, l'alimentazione del bestiame e la fertilizzazione naturale. Di questi tre scopi nella coltivazione della soia, quello per la nutrizione del bestiame è il più importante, e anche il più discusso. La nutrizione è garantita da elevate concentrazioni di proteine contenute nella soia. Inoltre i semi possono essere triturati per produrre olio da cucina, anche se non vi è un largo uso di questo prodotto. Da questa lavorazione comunque vengono prodotti dei pannelli di semi di soia, grazie alla spremitura meccanica, che andranno poi a foraggiare i bovini e altri animali da bestiame. I pannelli forniscono il 45% di proteine grezze, e vengono forniti come nutrimento in particolare alle mucche da latte e agli animali da macello in generale, in sostituzione del mais invece povero di proteine. I pannelli prima di essere somministrati ai bovini devono essere lavorati per “tosatura” in modo da scartare alcuni elementi come degli enzimi che possono avere controindicazioni per gli apparati digerenti dei bovini.
I pannelli vengono abitualmente forniti come cibo anche a suini e pollame, e oggi rappresentano una dieta importante per gli animali, tanto che in Francia il 70% dei mangimi è in pannelli di soia.Ma le potenzialità dei semi di soia vengono sfruttate anche in piscicoltura e per la nutrizione di alcuni animali domestici. Oggi, con oltre 200 milioni di tonnellate prodotte, la soia è una delle piante più allevate per scopi alimentari. Nella fertilizzazione naturale invece la soia viene sfruttata fin dagli albori dell'agricoltura, tramite la rotazione colturale, grazie ai suoi effetti benefici sui terreni, comuni a tutte le leguminose. Le fibre di soia sono state utilizzate, anche se in misura molto minore, anche per la produzione di tessuti.Vi è un'accesa discussione in merito a eventuali problemi sanitari per quel che riguarda la soia. La discussione vede in campo principalmente due fazioni, quella dei vegetariani e dei vegani, e quella di chi vede nella soia alcuni difetti. Vi sono poi altri settori dell'opinione pubblica e della scienza che periodicamente intervengono nel dibattito. I promotori della soia, in particolare i vegetariani e i vegani, vedono nelle alte concentrazioni di proteine contenute nella pianta, una valida alternativa alla carne, considerata sempre dannosa per vari aspetti. Tra i contestatori di questa linea di vedute, molti vedono nella soia delle controindicazioni importanti, in particolare antinutritive, dovute agli allergeni e ai fitestrogeni contenuti nella pianta, che danneggerebbero le proteine di altra assunzione. Poi vi sono alcune proteine considerate allergeniche, della famiglia degli epitopi. Queste causerebbero allergie alimentari e sconsiglierebbero quindi la somministrazione della soia in età infantile. Comunque la soia, oltre al contenuto proteico dei suoi semi, aiuta a rinforzare ossa e muscoli, ed è molto digeribile. Viene sempre più usata anche nella cucina mediterranea, in molte forme, dal latte di soia alle salse fino al tofu, famoso per aver sostituito i piatti a base di carne nelle diete vegetariane. Può essere utilizzata per produrre il miso, una pasta che insieme ai germogli di soia è particolarmente in voga nella preparazione delle minestre.
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