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Nonostante la diffusione ormai globale del fico, è sempre la zona calda del Mediterraneo ad essere protagonista della sua coltivazione. In particolare, oltre all'Italia, sono impegnate in questo allevamento la Turchia, la Grecia, la Spagna, tutto il Nord Africa e la Palestina. Oltre all'Europa il fico viene coltivato in Russia, in Arabia, in India e Giappone, poi anche in America ed in particolare in California e Argentina, oltre che in Australia. In Italia le varietà coltivate sono il Marchesano, il Cantano, il Pazzo, il Coppa, il Meloncello e altre 14 specie diverse. Di tutto i paesi la Turchia è quella che ha la maggiore produzione con più di 260 mila tonnellate annuali, seguita dall'Egitto con circa 160 mila tonnellate. Sopra le 100 mila tonnellate si trovano anche l'Algeria e il Marocco, mentre l'Italia non è nemmeno tra i primi 10 produttori.
Il fico ama il clima caldo e secco, con pochissima umidità mentre non trova particolari problematiche con tutti i tipi di suolo. Resiste comunque al freddo fino a una decina di gradi sotto lo zero per le piante più giovani. Comunque molti danni vengono recati dal freddo. Nelle estati calde il fico ha la capacita di accumulare amidi e resine che in inverno fungono da antigelo nel legno. In estate la pianta può resistere a temperature superiori ai 40°C.La pianta è favorita da una concimazione media, non abbondante, e la riproduzione può avvenire facilmente per semina nei paesi caldi dove vi è un'alta fecondazione. Anche la talea e la fecondazione assistita sono praticate.In Italia il fico viene coltivato maggiormente in Puglia, in Calabria e in Campania ma vi sono buone produzioni anche nel Lazio, in Abruzzo e in Sicilia. La coltivazione del fico comunque sta incontrando molte difficoltà negli ultimi decenni a causa della delicatezza del frutto sia nel trasporto che nella conservazione. Le motivazioni di questa difficoltà sono da ricercarsi nella grande distribuzione che tende ad utilizzare alimenti con sprechi minimi.
Nel nostro paese vi è comunque un'altra produzione anche di fichi secchi, frutti maturi raccolti ed essiccati che consentono di ovviare a quelle problematiche di trasporto e conservazione prima accennate. Vi sono molte varietà essiccate in Italia, di cui la Puglia è protagonista ma si segnalano anche delle denominazioni di origine protetta come il Fico banco del Cilento. Altre produzioni importanti, seppur non protette dalla legge, sono il Lonzino di Fichi marchigiano, un dolce tipico, e i Fichi secchi di Carmignano in Toscana. I fichi non coltivati in condizioni ottimali possono produrre delle tossine cancerogene che invece non sono presenti con la maturazione in ambienti caldi. Il consumo di fichi è per lo più fresco o come frutto secco anche se non mancano le lavorazioni industriali in particolare di confetture e gelatine. Il lattice delle foglie invece si utilizza come caglio nelle produzioni locali e domestiche di formaggio.Vi sono anche delle proprietà officinali come antinfiammatori, lassativi ed emollienti.
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