L'halibut, è un pesce tipico dei mari molto freddi del settentrione ed ha una forma piatta, che può raggiunger dimensioni molto elevate e la sua pesca, in molti paesi, ha un'importanza fondamentale per il commercio ittico.
La carne di questo pesce, è molto conosciuta per la sua magrezza e per la sua alta digeribilità, ma per quanto riguarda il gusto, non sempre è apprezzato da tutti, perché è piuttosto delicato.
Nei paesi del nord, il pesce halibut è considerato come fonte alimentare ittica per eccellenza.
Questo pesce appartiene alla famiglia delle “Pleuronectidae”, del genere “Hippoglossus” e ne esistono diverse specie, ma quelle più pescate sono le Hippoglossus dell'Oceano Atlantico ed anche la Stenolepis dell'Oceano Pacifico.
Spesso accade, che nel fare la classificazione, la forma particolare dell'animale potrebbe tranne in inganno, tanto da forviare dal giusto inquadramento.
Se osserviamo infatti i le varie specie di halibut presenti e catturati in tutto in mondo, quello che si può notare è che non tutti rientrano nel genere Hippoglossus.
Il termine halibut, deriva dall'unione di due sostantivi di origine anglosassone holy, che significa santo, e butt che vuol dire piatto, in poche parole, con questo termine tradotto significa ( pesce piatto santo), un chiaro riferimento che riguarda la sua particolare forma e anche all'importanza che riveste nei banchetti religiosi nelle festività.
L'halibut è uno tra i più grandi pesci di forma piatta scoperto ai giorno d'oggi, ed il più grande in assoluto che è stato pescato, aveva un peso che superava i 230 chilogrammi, anche se gli esemplari di peso interno al quintale non sono poi così rari.
Questa specie di pesce si presenta di colore bruno lateralmente sulla parte superiore, mentre la parte inferiore è di colore bianco e la sua pelle, è ricoperta per intero da piccolissime squame.
Nel corso della sua vita, l'halibut segue una sorta di metamorfosi molto peculiare, infatti per natura, lui viene al mondo di colore totalmente bianco e con un occhio per lato e per questo, nuota in senso perpendicolare al fondo marino.
Compiuto il sesto mese di vita, avviene la migrazione di un occhio verso il lato opposto, infatti il pesce assomiglia sempre di più agli altri “pleuronettidi”, simile alla sogliola.
In contemporanea sul lato superiore del corpo, quello che ospita l'occhio che è emigrato, cambia colore e diventa marrone scuro, mentre l'altro, resta di colore bianco.
Questa distribuzione a livello cromatico, serve a camuffare l'animale sul fondo marino, quando lo si guarda dall'alto, oppure a mezz'acqua, guardandolo dal basso.
L'halibut è un pesce predatore per natura e si ciba di gran parte degli esemplari marini che trova in acqua.
Da piccolo si sfama di crostacei ed anche di organismi bentonici, mentre una volta raggiunta l'età adulta, cattura granchi, polipi, salmoni, merluzzi, aringhe, passere ed anche altri halibut.
Il pesce halibut, colonizza tutta la parte settentrionale dell'Oceano Atlantico oppure di quello Pacifico, e vive in profondità marine variabili, da poche decine di metri fino ad arrivare a centinaia, e nonostante trascorre gran parte delle sue giornate arenato sul fondo, spesso si sposta in senso verticale sulla colonna dell'acqua.
Un halibut di dimensioni medio-grande, si nutre non solo di altri halibut come abbiamo già detto, ma anche di leoni marini, orche, salmoni e squali.
La parte di tessuto muscolare del halibut è di colore bianco e la sua consistenza si presenta molto soda dal retrogusto delicato tendente al neutro.
Questa specie di pesce, ha rappresentato sin dai tempi più antichi, una fonte nutrizionale importante per i nativi americani ed anche per quelli canadesi.
Nei luoghi dove è presente il pesce halibut, oltre ad essere un supporto notevole, esso costituisce ancora oggi, una fonte importante di intrattenimento per il turismo di pesca sportiva e gastronomico.
Per quanto riguarda il profilo vitaminico di questo alimento, non ci sono ancora dei parametri che evidenziano la presenza o meno di questi elementi, ma dovete sapere, che si presta benissimo per ogni tipo di alimentazione, fatta eccezione per persone che hanno una forma di ipersensibilità correlata a disfunzioni ormonali e metaboliche.
Trattandosi di un pesce che nasce e vive al nord, è possibile che vanti un buonissimo contenuto di acidi grassi polinsaturi essenziali del gruppo omega 3.
Potete consumare l'halibut settimanalmente, per un totale di due volte, in porzioni che vanno da un minimo di 150 grammi, fino ad un massimo di 300, con calorie pari a 170 nel primo caso, e 340 nel secondo.
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