scorzonera
Il termine “scorzonera”, ha origine molto incerte, e potrebbe derivare da diversi radici linguistiche quali “scorzon”,in francese antico, oppure “scorsone” in italiano e “escorzonera” nella lingua spagnola, che significa scorsa nera, ma anche vipera, forse perché le sue radici venivano utilizzate come antidoto contro i morsi dei serpenti.
In catalano si chiama “escurconera” derivante da “escurco”, ovvero vipera.
Nella nostra lingua, il termine scorzonera viene inteso maggiormente come scorza ovvero buccia, e nera appunto scura.
Questa eccezione è confermata dalla presenza di una pianta analoga che viene impiegata nello stesso modo ed ha anche la stessa forma estetica.
Il tragopong, ha invece una radice di colore bianca per questo viene chiamato “scorzobianca”, per fare in modo che i due vegetali si possano distinguere.
Carl Von Linné ha proposto il nome scientifico di questa pianta ed è considerato il padre moderno della classificazione scientifica degli organismi viventi, ed è possibile leggere le sue ricerche nel testo di “Species Plantarum”.
La scorzonera ha una altezza che può variare da 1 dm fino ad arrivare ad un metro circa.
La sua forma biologica, si presenta prevalentemente emiprictofica scaposa, ossia come pianta perenne, aromatica con la presenza di gemme svernanti al livello del terreno, che sono protette dalla lettiera oppure dalla neve, e molto spesso sono dotate di un asse fiorale dio forma eretta e totalmente privo di foglie.
Sono presenti anche delle forme biologiche come l'emicricriptofita rosulate, oppure geofita bulbose e si possono trovare anche delle specie con ciclo biologico riproduttivo annuale.
Le radici sono secondarie e da rizoma, mentre il fusto presenta una parte sotterranea molto consistente, con un grande rizoma verticale e può essere avvolto oppure no da fibre, e potrebbe essere molto legnoso.
La parte area del fusto, si presenta generalmente eretta , sia semplice che ramificata, glabra oppure pubescente.
Le foglie della scorzonera hanno una consistenza erbacea di colore verde oppure coriacea e si possono dividere in basali oppure in cauline e sono disposte in maniera alternata.
Le foglie basali, sono molto lunghe e picciolate e la lamina ha una forma molto lineare oppure ellittica e nella superficie si possono notare dei solchi con venature sistemate parallelamente.
Contrariamente alle foglie descritte sopra, quelle cauline hanno una lamina lineare e sono sessili e semiamplessicauli.
Lateralmente i bordi delle foglie tendono a rientrare oppure sono percorsi da denti ottusi e molto spesso ondulati.
Le infiorescenze della scorzonera, sono caratterizzate principalmente da un unico capolino, oppure in alcune specie da più capolini.
Il capolino è formato da un involucro di forma cilindrica ed è composta da brattee oppure squame, che si presentano disposte in parecchie serie in maniera embricata, all'interno delle quali si trova un ricettacolo che serve da base a tutti i fiori ligulati.
Le squame si suddividono in due tipologie differenti: superiori ed inferiori.
Quelle inferiori si presentano con una forma lanceolata ed ovata, arrotondata all'apice (ottuso) oppure (acuto) e ricopre totalmente quelle inferiori.
Le squame superiori contrariamente sono molto strette e piu lunghe ed i margini si presentano scariosi.
Il ricettacolo non ha pagliette che proteggono la base dei fiori.
Tutti quanti i fiori sono di tipo ligulato e sono tetra-ciclici, ossia sono presenti ben quattro verticilli ( calice, corolla, gineceo, e androceo), oppure pentameri, dove ogni verticillo ha ben 5 elementi.
I fiori sono di natura ermafrodite e zigomorfi.
La formula fiorale per questa tipologia di pianta viene indicata in questa maniera:
K 0/5 - C (5) - A (5) – G (2) infero, achenio.
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una piccola coroncina di squame
- Corolla: la corolla si presenta generalmente di colore giallo, oppure tendente al rosa, violetta o purpurea
- Androceo: gli stami sono 5 con la presenza di filamenti liberi, a differenza delle antere che sono saldate in un unico manicotto detto anche tubo, che circonda lo stilo. Le lantare alla base sono molto acute.
- Gineceo: lo stilo si presenta filiforme con la presenza di peluria sul lato inferiore e gli stigmi delle stilo sono due e divergenti.
L'ovario è infero ed uniloculare, caratterizzato da due carpelli
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Questa pianta molto conosciuta specialmente nel genere hispanica, viene largamente coltivata in particolar modo per la sua radice edule.
Anche la specie “undulata” è molto apprezzata per il buon sapore della radice, ma in questo caso viene impiegato in ambito dolciario in pasticceria.
Queste piante generalmente contengono un buonissima quantità di inulina, pari al 30% della parte in carboidrati, ed altre sostanze molto importanti come il mannitolo e levulina.
In conclusione, questa pianta viene apprezzata principalmente per la sua parte nel terreno, da utilizzare in cucina sia cruda che lessa.
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