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La storia del Moscato di Scanzo è molto antica, e risale addirittura al Medioevo, quando veniva prodotto come vino di qualità. Fu menzionato per la prima volta in un'eredità dell'8 giugno 1347 a favore di Jonolo da Priatini, che ricevette da Alberico da Rosciate grandi quantità di questo vino. Successivamente venne menzionato come bottino di guerra dei Guelfi nel 1398 da Donato Calvi nel suo Effemeridi, quando furono sottratti 42 carri di questo rosso dolce. Secondo la leggenda, la produzione di questo vino fu iniziata durante il periodo degli Atestini. Il Capitano di Venezia Giovanni Da Lezze, lo descrive con il nome di Rosciate o Rosate, per una denominazione che trae origine dal greco "Ros" (che significa grappoli di uva), e il celtico "ate", ne significato di villaggio. Nella zona è ancora chiamato Rosciate, che deriverebbe dall'antico Rosate.
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Come detto, il Moscato di Scalzo viene prodotto a partire dall'omonimo vitigno, l'unico autorizzato per la sua produzione. Viene coltivato sulle colline di Scalzorosciate, mentre ne è vietata la produzione dai vitigni di pianura.
Il primo disciplinare del Moscato di Scalzo fu un DOC approvato il 17 aprile del 2002, a cui fece seguito poi il disciplinare DOCG del 28 aprile 2009. L'unico comune autorizzato è quello di Scalzorosciate e la resa dell'uva deve essere di 6 tonnellate per ettaro, mentre quella del vino del 40,0%. La gradazione alcolica dell'uva trasformata in mosto deve raggiungere il 12% e quella del vino il 17,0%.
Il Moscato di Scalzo è di colore rosso rubino, tendente al cerasuolo con sfumature granata. Si tratta di un vino dal bouquet intenso ma delicato, e dal sapore dolce, dove si distingue un finale di mandorle. È un ottimo vino per i formaggi locali, come il Taleggio, la Formaggella di Sclave, lo Strachitunt, il Branzi e il Formai de Mut della Val Brembana. Il suo gusto dolce si sposa perfettamente con la cioccolata e la pasticceria, sia cremosa che lievitata. Ottimo con i classici dolci di Natale ma anche con la frutta di bosco.
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