rosé








Lo spumante

Lo spumante è un vino classico della tradizione enologica che contiene anidrite carbonica, le famose bollicine, ad un pressione interna nella bottiglia superiore alle 3,5 atmosfere. Questo tipo di vino è il più indicato per festeggiare i momenti particolari della nostra vita, e con lo champagne si pone come tra i più utilizzati durante le feste di qualsiasi tipo. La differenza tra champagne spumante potrebbe riguardare molti aspetti della vinificazione e della legislazione. Come prima cosa dobbiamo dire che è possibile menzionare la parola “Champagne” in etichetta solo quando il vino è prodotto in una zona delimitata zona dell'omonima regione francese. Al di fuori di questa area, in tutto il mondo, la menzione corretta è spumante, anche se prodotto con la stessa uva e lo stesso metodo. Gli spumanti possono essere molto pregiati o commerciali, di vario prezzo e anche colore. Esistono infatti spumanti bianchi, che rappresentano circa il 90 per cento della produzione, rosati, che rappresentano circa il 7 per cento della produzione, e una piccola, restante produzione di spumanti rossi, molto rari. Qualitativamente gli spumanti bianchi sono i migliori, mentre quelli rossi raramente riescono ad raggiungere vinificazioni di buon livello. Gli spumanti rosati, come anche per i fermi, sono stati creati già da moltissimo tempo, ma solo negli ultimi vent'anni hanno raggiunto il cuore degli appassionati. Nati da vinificazioni imprecise nel lontano passato, quando l'enologia era molto artigianale, oggi i rosati sono indirizzati per lo più ad un pubblico giovanile, abbastanza appassionato di gusti semi dolci, che rifiuta quelli secchi dei vini bianchi e quelli esageratamente zuccherosi che contraddistinguono gli spumanti rossi. Oggi i rosati sono quella via di mezzo tra il rosso, preferito dal pubblico maschile, e il bianco, più femminile nelle scelte.

Gli spumanti bianchi sono certamente migliori, eleganti, con abbinamenti, nei prodotti migliori, praticamente infiniti. I rosati invece sono leggermente dolci in genere, e si accompagnano bene con dessert cremosi, ma anche con la frutta fresca, specie quella di bosco. Alcuni rosati di gran pregio possono comunque accompagnare primi piatti o secondi di selvaggina. Oggi comunque le vinificazioni stanno raggiungendo ottimi risultati, e gli spumanti rosati hanno sempre più una loro identità e personalità.

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I metodi di spumantizzazione

champenoiseCome gli spumanti bianchi, anche i rosati possono essere spumantizzati secondo i due metodi utilizzati generalmente da quasi tutti i produttori, mentre quelli naturali sono molto difficili da ottenere.

I due metodi più utilizzati sono il Metodo Classico o Champenoise, quello più antico, inventato per la produzione degli Champagne, e quello Charmat, successivo, inventato in Italia.

Una volta scelte le uve, fornita la colorazione rosata al mosto, si possono scegliere uno dei due metodi di lavorazione, con la prima sicuramente più costosa, in quanto prevede un processo più lungo del secondo.

Infatti il metodo champenoise prevede una seconda fermentazione in bottiglia, il che richiede tempo e dedizione, mentre con il metodo charmat il processo è molto rapido, anche se di qualità, e il vino può essere venduto prontamente. Entrambi i metodi consentono di creare anidrite carbonica nel vino.

Il metodo champenoise nasce all'inizio del seicento per merito dei commercianti inglesi che usavano addizionare con dello zucchero il debole vino fermo proveniente dalla Champagne. Questo, oltre ad aumentare la gradazione alcolica, faceva ripartire nel vino la fermentazione, intrappolando l'anidrite carbonica nella bottiglia.

Il secondo metodo si avvale invece di una pompa autoclave per insufflare l'anidrite carbonica nel vino fermo prima di essere imbottigliato.


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La vinificazione in rosato

La vinificazione in Rosé viene effettuata secondo due metodi: la vinificazione secondo il metodo tradizionale e la vinificazione per mescola.

Il metodo tradizionale è certamente più costoso e più difficile da regolare, ma è anche il più apprezzato dagli appassionati e dagli addetti ai lavori per qualità. Questo metodo deve essere realizzato con estrema precisione sia nei tempi che nella lavorazione stessa. Da questi dipende la colorazione che il vino assumerà, quindi bisogna fare molta attenzione alla pigiatura e ai tempi con cui questa viene eseguita. Per il metodo tradizionale vengono utilizzate delle uve rosse pigiate molto delicatamente e leggermente, per consentire ai pigmenti di colorare di rosa il vino. Appena ottenuto il colore la pigiatura deve essere immediatamente interrotta e si deve procedere all'eliminazione di tutte le vinacce. Dopo la svinatura (eliminazione delle vinacce), si deve subito far partire la fermentazione come viene eseguita nella vinificazione in bianco se si intende produrre un vino leggero e delicato, o come viene eseguita nella vinificazione in rosso se si desidera produrre vini più concentrati in aromi e gusti. Il produttore che intende utilizzare questo metodo deve usare tutta l'esperienza e la tecnologia di cui dispone e ogni errore potrebbe fatalmente compromettere la produzione.

La vinificazione in rosé ottenuta dal metodo per mescola è invece un tipo di lavorazione molto veloce e soprattutto molto facile da eseguire. Come il nome stesso del metodo lascia intuire, è sufficiente mescolare i due tipi di vino, bianco e rosso, per ottenere la colorazione. A seconda dei due vini utilizzati, dal loro assemblaggio si determinerà successivamente l'aroma e i gusti conferiti. Per gli addetti ai lavori e gli appassionati questo metodo è certamente da condannare, con qualità nettamente inferiori a quelli ottenuti con metodo tradizionale. I vini ottenuti sono comunque commerciali e bevibili.


Le migliori uve per la vinificazione in rosato

pinot noirPer quel che riguarda la vinificazione in rosato con il metodo tradizionale, per ottenere poi la spumantizzazione del vino si può procedere con uno dei due metodi più utilizzati, lo champenoise e lo Charmat. Ma quali sono le uve rosse migliori per ottenere il mosto da cui poi procedere alla realizzazione di ottimi spumanti?

Certamente l'uva regina per questo tipo di lavorazioni è il grande e nobile Pinot Noir, uno dei padri dell'enologia, utilizzato sia nella Champagne che nella realizzazione dei grandi Franciacorta, i migliori spumanti italiani senza nessun dubbio.

Il Pinot Noir si presta benissimo alla spumantizzazione, spesso assemblato con dello Charbonnay, o come nella Champagne, con del Pinot Meunieur, un sottotipo utilizzato nel taglio per fornire maggiore struttura al vino.

Il Pinot Noir vinificato in rosa apporta delicati aromi di frutti di bosco, che possono evolvere in sentori erbacei, con fondi floreali. Il classico Pinot Noir spumantizzato fornirà profumazioni al lampone, al ribes, ma anche delicati toni di violetta e tocchi di sottobosco nella maturazione.

Questo vitigno però preferisce i climi freddi, ed è quindi coltivato e vinificato in Francia e nell'Italia del Nord, mentre al centro-sud il suo impiego è del tutto inesistente. Le regioni italiane che ne fanno il miglior uso sono senza dubbio, oltre alla Franciacorta in Lombardia, il Friuli-Venezia-Giulia e il Trentino-Alto Adige.

Un'altra uva che si presta molto bene alla spumantizzazione è la Bonarda, uva piemontese utilizzata anche in Lombardia. Qui viene impiegata nell'Oltrepo Pavese.

Ma il Piemonte regala anche lo straordinario Barbera, che oltre a vinificazioni in rosso di qualità e di fama, può essere anche agevolmente spumantizzato per ottenere sia vini frizzanti rossi secchi, che assemblaggi in rosato. Da non dimenticare poi una delle uve frizzanti naturali per eccellenza, il Lambrusco, che in Emilia-Romagna trova la sua terra d'adozione con vinificazioni molto interessanti.


I migliori spumanti rosé

franciacorta È certamente la Franciacorta la regina delle spumantificazioni italiane, con spumanti rosati di elevata qualità. Questa produzione nella zona è relativamente recente, iniziata circa cinquanta anni fa dalla voglia di ottenere un prodotto del tutto simile ai grandi Champagnes, utilizzando il metodo champenoise e le stesse uve, tranne che per il Pinot Meunier, sostituito dal Pinot Bianco. I risultati sono di assoluta eccellenza, con le tre grandi case, Bellavista, Berlucchi e Ca' del Bosco in evidenza, attorno alle quali ruotano molte altre aziende di qualita. Fu proprio Berlucchi a dare il via alle sperimentazioni spumantizzate, dando vita a questa nuova vinificazione che ha fatto della Franciacorta una delle migliori aree enologiche.

E proprio da Berlucchi troviamo tre dei migliori spumanti rosé prodotti. Il Cellarius Rosé Brut è ottenuto da un assemblaggio del 55 per cento di Pinot Noir e del 45 di Chardonnay. Il vino è delicato, con profumate note di ciliegia, violetta e fragranza di pane. Vino elegante e fresco, particolarmente indicato per un pubblico giovanile, in abbinamento con le penne al salmone. Il Cuvée Imperiale Max Rosé invece cede un 5 per cento dal Pinot Noir al Pinot Bianco, e sviluppa sentori di fragoline di bosco, lieviti e giuggiole. Belle le fresche sensazioni al palato, che chiudono molto lentamente e con persistenza, da provare con le tartine al salmone.

Ottimo Franciacorta Rosé da Ca' del Bosco, con il 60 per cento di Pinot Nero assemblato allo Chardonnay che regala un rosa cerasuolo candido e spumoso, dove si esprimono i ribes e i lamponi con lieviti e frutta secca. Palato perfetto, strutturato, di rara freschezza e allegria, per abbinamenti con zuppe di frutti di mare e crostacei.

Per Bellavista invece da provare il Franciacorta Gran Cuvée Rosé dal rosa appena accennato, con belle profumazioni delicate incentrate sui garofani, sulle prugne e sulle fragole poggiate su fondi minerali. Palato frizzante e in perfetto equilibrio tra sapidità e gusto fruttato, da provare con le lasagne al salame e patate. Il salame da cucinare è il ciauscolo tipico marchigiano, un prodotto rinomato e protetto dalla legge.



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